La Nuova Sardegna

Andò a festeggiare l’amico Titti

Alla festa a Bonorva per la liberazione di Titti Pinna, c’era anche lui. Giuseppe Soffiantini volle condividere la gioia di chi si era liberato dal suo stesso inferno. L’allevatore bonorvese,...

13 marzo 2018
1 MINUTI DI LETTURA





Alla festa a Bonorva per la liberazione di Titti Pinna, c’era anche lui. Giuseppe Soffiantini volle condividere la gioia di chi si era liberato dal suo stesso inferno. L’allevatore bonorvese, esattamente come lui, per otto mesi aveva vissuto in una prigione senza luce. I rapitori l’avevano prelevato il 19 settembre del 2006 dalla sua azienda alla periferia del paese. E solo la sera del 28 maggio 2007 Titti Pinna era riuscito a fuggire dal covo in cui era tenuto prigioniero, un ovile nelle campagne di Sedilo, nell’Oristanese. Durante il sequestro, Giuseppe Soffiantini invitò i sardi ad alzare la voce, a non fare calare il silenzio su quella terribile vicenda. Chiamò i familiari di Pinna, fece sentire la sua vicinanza.

E il giorno della festa per la liberazione a Bonorva, lui e Titti Pinna uscirono insieme dalla casa dell’allevatore e si strinsero la mano davanti ai flash dei fotografi. Due ex sequestrati, una storia fotocopia. Ricordi incancellabili, come disse un paio d’anni fa lo stesso Soffiantini: se hai avuto le catene, anche quando te le tolgono hai la sensazione di portartele dietro per sempre.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative