La Nuova Sardegna

Air Italy, sindacati delusi «Ancora tanti dubbi»

di Dario Budroni
Air Italy, sindacati delusi «Ancora tanti dubbi»

Incontro al Mise con i vertici della compagnia per conoscere il piano industriale  Poche certezze sul futuro del personale in mobilità e sui collegamenti nazionali

15 marzo 2018
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OLBIA. L’incontro è terminato con un mucchio di perplessità. I sindacati riconoscono che il piano industriale di Air Italy sia di notevoli dimensioni, ma allo stesso tempo non sorridono davanti alle risposte dei vertici della nuova compagnia. Troppi lati oscuri, per i sindacati che ieri si sono recati al Mise per conoscere nei dettagli il piano industriale già presentato alla stampa a Milano, lo scorso 19 febbraio. A tenere banco sono lo sviluppo di Air Italy nell’isola e naturalmente la questione dei posti di lavoro. Per esempio la compagnia aerea, con il 49 % del capitale sociale in mano a Qatar airways, non ha dato risposte certe sulle modalità di riassunzione del personale messo in mobilità nel 2016. Poche certezze anche per quanto riguarda i collegamenti futuri negli aeroporti sardi.

Le assunzioni. All’incontro hanno partecipato le sigle che avevano firmato l’accordo quadro del giugno 2016: Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Anpac e Anpav. Per l’azienda presenti i vertici, tra cui il presidente di Alisarda e Aqa holding Marco Rigotti. Per il governo, invece, solo alcuni funzionari. Air Italy ha confermato l’aumento dell’organico: oltre 600 assunzioni entro il 2020, con le prime già nel corso del 2018 (24 piloti e 63 assistenti di volo). Entro il 2022 potrebbero aggiungersi altre 600 assunzioni. I sindacati hanno quindi rivendicato il rispetto dell’accordo del giugno 2016, che prevedeva la riassunzione entro tre anni dei lavoratori licenziati. «Abbiamo chiesto che il tempo dei tre anni scatti da ora e non dal 2016, ma l’azienda ha nicchiato – commenta Franco Monaco, Filt Cgil Gallura –. Le risposte sono state troppo deboli». Sulla stessa linea Arnaldo Boeddu, segretario regionale Filt Cgil. «Quello di Air Italy è un piano ambizioso e di ampio respiro, ma non dà alcuna certezza su alcuni aspetti che vanno affrontati – dice Boeddu –. Al contrario del personale navigante, Air Italy non ha fornito alcun numero rispetto al personale di terra. E c’è divergenza sugli impegni presi in sede ministeriale per i criteri di riassunzione del personale licenziato due anni fa». Anche Ivan Viglietti, della Uil, la pensa allo stesso modo: «Sosteniamo che si debba dare un carattere di priorità e urgenza alla ricollocazione dei tanti colleghi posti in mobilità. Inoltre serve un netto cambio di passo nella gestione dell’operatività quotidiana». Discorso affrontato anche da Anpav. «Abbiamo rivendicato il rispetto dell’accordo che prevede la riassunzione di tutti i lavoratori collocati in mobilità – commenta Marco Bardini –. E anche che la prevista prelazione di 36 mesi decorra dal closing dell’accordo con Qatar airways e non dal giugno del 2016. Purtroppo su questi punti abbiamo dovuto registrare una chiusura che rispediamo al mittente».

Meridiana maintenance. Poi c’è la questione del settore manutenzione, che ha sede a Olbia. «Abbiamo chiesto quale sarà lo sviluppo di questo settore – spiega Franco Monaco –. Ma l’azienda ci ha risposto che ancora non è stata elaborata una proposta. Ci opporremo a qualunque idea di trasferire la manutenzione di base fuori dalla Sardegna».

La centralità dell’isola. I sindacati hanno poi domandato all’azienda quale sarà lo sviluppo previsto nell’isola. «C’è stato detto che tutto dipenderà dalle condizioni di mercato», afferma Monaco. «I dirigenti non hanno risposto in merito alla partecipazione alla gara di continuità territoriale per Roma e Milano da Cagliari e Alghero e hanno fatto intendere che sono per certo interessati solo ed esclusivamente alla continuità da e per Olbia – aggiunge Boeddu –. Nel complesso non è dato sapere se Olbia e la Sardegna avranno un ruolo che permetterà di salvaguardare saperi professionalità e saperi nell’isola».

I lati positivi. Perplessità a parte, i sindacati hanno tutti riconosciuto l’importanza del piano industriale, dal potenziamento della flotta (50 aerei nel 2022) fino al nuovo network.

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