La Nuova Sardegna

Il Consiglio regionale: no al piano dell’Inps

Il Consiglio regionale: no al piano dell’Inps

L’aula ha votato all’unanimità un ordine del giorno per scongiurare la chiusura di 15 sportelli  

15 marzo 2018
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CAGLIARI. Il Consiglio regionale ha detto no al piano di riorganizzazione delle sedi Inps. In Sardegna, 15 sportelli stanno per essere chiusi e sono soprattutto nelle zone interne dove – secondo l’Istituto previdenziale – la quota di potenziali utenti sarebbe sotto i 60mila abitanti, considerato il numero minimo per tenere aperti gli uffici. A rischiare di essere retrocesse a «Punti cliente» sono tra l’altro le sedi di Alghero, Thiesi, Ozieri, Tempio, Ghilarza, Sorgono, Macomer e Siniscola. Il Consiglio ha votato all'unanimità un ordine del giorno unitario, a conclusione del confronto su due mozioni, una del centrosinistra e l’altra dall’opposizione, che impegna il presidente della Regione Francesco Pigliaru e la giunta ad avviare un dialogo con i ministeri e l’Inps, per conoscere nel dettaglio la bozza del piano di riorganizzazione. L'ordine del giorno, la prima firma è di Daniela Forma del Pd, chiede anche che «siano invece potenziate le sedi territoriali dell’Istituto». Perché da sempre – ha detto la consigliera regionale – gli sportelli territoriali dell’Inps svolgono in Sardegna, soprattutto nelle aree interne, un importante ruolo. Non solo per il pagamento delle pensioni, ma anche delle misure di sostegno al reddito o l’accesso agli ammortizzatori sociali. Questa battaglia serve a fermare quello che appare come l’ennesimo abbandono da parte dello Stato delle zone interne già minacciate dallo spopolamento». Secondo Marco Tedde, Forza Italia, «anche il piano di riorganizzazione dell’Inps è l’ennesimo contributo alla desertificazione della Sardegna ma la nostra risposta dev’essere complessiva e non ci si può fermare a interventi tampone». Per Pierfranco Zanchetta dell’Upc, «è necessario affrontare la crisi sociale ed economica delle zone interne come il problema dei problemi, insieme a quello della disoccupazione». Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha aggiunto: «È un’altra mazzata in quei Comuni dove c’è stata già la serrata di banche, scuole, caserme e addirittura parrocchie». Il capogruppo del Partito dei sardi, Gianfranco Congiu, ha ribadito che «deve salire il livello di confronto con lo Stato, non possiamo più subire decisioni sconsiderate che arrivano da Roma senza nessun rispetto per la Sardegna».



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