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La lettera di Giulini: «Davide non ti dimenticheremo, il Cagliari ti vuole bene»

di Tommaso Giulini*
Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini e Davide Astori con la fascia di capitano
Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini e Davide Astori con la fascia di capitano

Il presidente rossoblù: "Astori è stato il primo giocatore del Cagliari col quale ho parlato. E' successo quattro anni fa, nel bar sotto casa mia a Milano"

15 marzo 2018
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Davide Astori è stato il primo giocatore del Cagliari col quale ho parlato. E' successo quattro anni fa, nel bar sotto casa mia a Milano. Lui era di passaggio, di partenza per un viaggio in Oriente con Marco Sau e le rispettive compagne. All'epoca mi sembra non si fosse ancora ufficialmente concretizzato il passaggio di consegne tra me e Massimo Cellino per l'acquisizione della Società, ma la trattativa era quasi in dirittura d'arrivo.

Davide, schiettamente e correttamente, come sua abitudine, mi manifestò l'intenzione di volere affrontare una nuova esperienza professionale in un altro contesto. Passammo due ore a conversare e mi guidò all'interno di un mondo, quello del Cagliari Calcio, che io sino a quel momento avevo conosciuto solo attraverso i giornali.

Mi parlò della squadra, dell'ambiente, del gruppo storico, delle vicissitudini che avevano dovuto sopportare, con mezzo stadio chiuso e il trasferimento a Trieste. Non avrei potuto avere migliore fonte di informazione di quella di un giocatore che era stato tra i protagonisti di sei stagioni positive dal punto di vista sportivo ma per altri aspetti molto tribolate.

Poche settimane dopo, eravamo in ritiro a Sappada e poiché il contratto di Davide sarebbe scaduto di lì ad un anno, si fecero avanti diverse squadre per acquistarlo a due pomodori e una patata. Ero ancora inesperto del mondo del calcio; allora Davide, seguendo l'idea indovinata del direttore sportivo Francesco Marroccu, acconsentì a firmare il rinnovo con il Cagliari: un fatto che diede molta forza contrattuale alla nostra Società ma che a suo tempo non venne capito da molti tifosi. Invece era un gesto d'amore e di gratitudine di Davide per la squadra che l'aveva lanciato nel grande calcio. Guarda caso, il giorno dopo si fece viva la Roma e Davide si trasferì nella sponda giallorossa della Capitale con la formula del prestito oneroso.

Fu una stagione in chiaroscuro; la Roma non esercitò il diritto di riscatto e Astori tornò da noi, nel frattempo retrocessi in B. Il Napoli lo voleva fortemente, Sarri intendeva farne il perno della sua difesa. Davide passò due settimane in albergo, allenandosi in palestra da solo, in attesa che venissero sbrigate le pratiche necessarie al suo trasferimento. Sin quando entrambi ci stancammo della situazione e lui tornò ad unirsi alla rosa del Cagliari in preparazione ad Aritzo. Pochi giorni e arrivò la Fiorentina e lì si trovò l'ambiente ideale come era successo a Cagliari. Ricordo che il suo procuratore, Vigorelli, me lo passò al telefono perché voleva comunicarmi una bellissima notizia: Francesca, la sua compagna, era in attesa della piccola Vittoria.

Nel mio ufficio sono appese quattro maglie, tra cui quella di Davide, con una dedica autografata. Ogni giorno, alzando gli occhi verso quella parete, non potrò fare a meno di rivolgere un pensiero ad un campione e ad un ragazzo speciale che ci ha lasciato troppo presto. Ti vogliamo bene. Ciao Davide.

*Presidente del Cagliari Calcio

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