La Nuova Sardegna

Dorsale sarda del metano il progetto è della Snam

di Claudio Zoccheddu
Dorsale sarda del metano il progetto è della Snam

La società milanese guiderà la joint venture con Sgi per la realizzazione della rete Prime utenze entro il 2021. L’assessore Piras: «Tracciato il futuro dell’industria»

16 marzo 2018
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SASSARI. La strada è segnata, l’isola avrà il metano e le prime utenze potrebbero essere attivate entro il 2021. L’unico punto ancora non perfettamente a fuoco era quello legato alle generalità di chi realizzerà materialmente l’opera. I primi a mettersi in lista d’attesa erano stati i responsabili della Sgi, Società gasdotti Italia. Poi sono arrivati anche quelli della Snam, Società nazionale metanodotti, che si erano detti pronti a investire in Sardegna. La coppia di pretendenti aveva alzato il polverone dell’incertezza. Chi realizzerà il progetto? Che fine faranno gli altri? Ci saranno ritardi? La risposta definitiva, quella che in noto programma della tv verrebbe “accesa”, arriva dall’assessora regionale dell’industria, Maria Grazia Piras: «Le ultime riserve sono cadute durante l incontro al Mise agli inizi del mese. Snam e Sgi hanno trovato un accordo: il progetto da seguire sarà quello della società nazionale metanodotti che manterrà anche la quota di maggioranza nella nuova società che si occuperà della realizzazione a cui parteciperà Sgi come socio di minoranza».

L’assessora ci tiene a sottolineare anche la questione temporale e quella legata alla semplificazione dell’intero procedimento: «Il procedimento non si è mai fermato e ha seguito il cronoprogramma anche quando previsto dopo la firma del Patto con la Sardegna. Non solo, per procedere senza intoppi Regione e Mise hanno sottoscritto un protocollo che prevede un’autorizzazione unica per quanto riguarda la parte della rete che verrà realizzata da Snam e quella che invece è sul conto della Regione».

A questo punto praticamente tutti i puntini sono stati uniti. Il disegno completo è quello immaginato dai progettisti di Snam che si occuperanno di realizzare i 404 chilometri della dorsale sarda che prevede due rigassificatori, uno a nord (Porto Torres) e uno a sud (Cagliari) che trasformeranno il liquido trasportato dalla navi nel gas che verrà distribuito nella rete, e due depositi costieri, entrambi previsti nell’area industriale di Oristano.

«Abbiamo lavorato per dare un futuro alla Sardegna e alle industrie, comprese quelle dell’agroalimentare, che avranno la possibilità di pagare l’energia al prezzo del mercato europeo – aggiunge l’assessora Maria Grazia Piras – e per farlo abbiamo agito su tre fronti. Il primo è sicuramente la metanizzazione che permetterà di abbattere i costi energetici ma ci siamo occupati anche dell’elettricità e della produzione da fonti rinnovabili e dell’efficientamento energetico con la commissione che ha selezionato i progetti degli Comuni per gli edifici pubblici oltre alla possibilità, per 80 Comuni, di acquistare un accumulatore per l’energia grazie a un altro bando finanziato dalla Regione. Poi c’è la mobilità ettrica con il relativo bando che verrà pubblicato ad aprile».

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