La Nuova Sardegna

Il Pd riparte da Oristano: oggi la direzione verità

Il segretario regionale Pd Giuseppe Luigi Cucca
Il segretario regionale Pd Giuseppe Luigi Cucca

In molti si aspettano il passo indietro di Cucca. In serata riunioni delle correnti  Ma a complicare il quadro ci sono le direttive di Martina. Sul tavolo diverse ipotesi

17 marzo 2018
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SASSARI. Il primo mattone della nuova casa del Pd lo si metterà oggi a Oristano. La direzione darà le prime tracce di quale strada prenderanno i Dem. Sulla carte il segretario Giuseppe Luigi Cucca dovrebbe presentare le dimissioni. Due componenti del partito, soriani e area Fadda Cabras, sono pronti a sfiduciarlo, ma si vuole evitare lo strappo. Le aree Dem sperano in un gesto più spontaneo che spintaneo.

Ma questo sarebbe troppo facile, non sarebbe il Pd. Già. Perché per iniziare a rendere il quadro complicato c’è una sorta di editto del reggente nazionale Maurizio Martina, che avrebbe messo in freezer per 20 giorni le dimissioni di tutti i segretari regionali. Nello stesso tempo avrebbe congelato tutti i congressi a ottobre. Ufficialmente per evitare di creare ulteriori turbolenze in vista delle amministrative di primavera e per il decollo del governo.

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Ma il condizionale è d’obbligo, perché il Pd sardo potrebbe ignorare queste indicazioni, così come quella di far subentrare i vice segretari come traghettatori fino a ottobre. In Sardegna il vice sarebbe Pietro Morittu, quarantenne rampante sostenuto dall’area Fadda Cabras. Ma a sparigliare le carte c’è anche l’autocandidatura alla segreteria dell’ex assessora del Comune di Sassari Dolores Lai. Cugina di Silvio Lai, ma che non spiace neanche all’area Soru. I renziani e gli ex Ds sembrano pronti a difendere Cucca, ma non hanno i numeri per fare muro. Con molta probabilità cercheranno un dialogo con le altre correnti per trovare una via di uscita condivisa.

Ma forse è troppo presto per pensare a una soluzione immediata. C’è anche chi sostiene la possibilità che sia una sorta di guida collegiale a reggere il partito fino all’assemblea. Tutte ipotesi che prenderanno corpo nei prossimi giorni.

In queste ore le correnti del partito si sono riunite per capire quale sia la strada da seguire. Sul tavolo anche l’ipotesi avanzata da Silvio Lai di un Pd sardo che sia federato con quello nazionale. Proprio per evitare che i diktat di Roma pesino sui già complicati equilibri del partito in Sardegna.

I Dem devono ripartire e cercare non solo di riconquistare i 110mila voti persi nell’ultima tornata elettorale, ma anche cercare di dare un nuovo appeal Pd. Non più un rimescolamento tra correnti, ma un cambio più profondo e radicale che faccia cambiare pelle al partito. Sullo sfondo ci sono le Regionali del 2019 e molte importanti competizioni per le amministrative. Comuni come Sassari, in cui i 5 Stelle alle Politiche hanno sfiorato il 43 per cento. (l.roj)
 

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