La Nuova Sardegna

Cicu: «I francesi ci rubano il mare»

di Claudio Zoccheddu
Cicu: «I francesi ci rubano il mare»

Si approssima la scadenza che potrebbe ridisegnare i confini delle acque territoriali vicine alla Sardegna. Pili: giù le mani

18 marzo 2018
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SASSARI. Una settimana. La data di scadenza del passaggio di una parte delle acque territoriali italiane alla Francia è di appena una settima. Poi, se il governo non si dovesse mettere di traverso rivendicandone il possesso, entrerà in vigore il trattato di Caen – firmato nel 2015 dall’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e dal suo omologo Laurent Fabius – che ridisegna i confini delle acque territoriali e che, di fatto, assegnerà al governo di Parigi tre nuovi tratti di mare perché la Francia ha attivato una procedura unilaterale autorizzata dall’Unione europea che sta andando avanti nonostante il governo italiano non abbia ratificato l’accordo. Nella pratica si tratta di un ampliamento del mare francese nell’area nordoccidentale e nordorientale della Sardegna oltre che di un fazzoletto del mar Ligure. Insieme all’acqua, va da se, passeranno ai francesi anche i diritti di pesca e di sfruttamento dei fondali che, nel caso della zona nord occidentale del mare sardo, sono molto vicini al giacimento di gas naturale e petrolio individuato da una compagnia norvegese. Tra le righe dell’accordo, infatti, ci sarebbe una scorciatoia che garantirebbe alla Francia lo sfruttamento del giacimento trivellando il fondale dal lato francese fino ad arrivare all’obiettivo. Oltre al danno, quindi, si rischia anche la beffa.

L’eurodeputato. Salvatore Cicu, europarlamentare del Ppe, si sta occupando della vicenda e ha interpellato Commissario europeo per la pesca e gli affari marittimi, Karmenu Vella, per chiedere spiegazioni immediate: «È urgente accertare subito tutti gli aspetti di un fatto a dir poco inaccettabile, soprattutto perché le normative legate alle acque internazionali non ricadono nella giurisdizione dei singoli stati, ma sono sottoposte a direttive ed accordi internazionali. In quest’ottica, il valore giuridico della decisione francese non può avere efficacia nei confronti di un altro Stato che ha un ordinamento giuridico differente – spiega Cicu che poi aggiunge – significa che siamo di fronte ad una violazione dei diritti dei singoli Stati e a un’appropriazione indebita. Non possiamo accettare decisioni unilaterali e prive di legittimità giuridica». Cicu, come ha fatto Mauro Pili, si schiera dalla parte dei pescatori del nord della Sardegna: «Occorre tutelare le acque nazionali dal tentativo di sconfinamento territoriale francese, e in più, salvaguardare i diritti delle comunità di pescatori che proprio sulle aree marittime e costiere del nord Sardegna continuano, già da anni, a sopportare una situazione delicata che ha già causato, continue manifestazioni di disappunto per la prevenzione dal rischio di uno scippo intollerabile dei confini».

L’opposizione. L’ex parlamentare Mauro Pili ha lanciato l’allarme e ha rinnova l’appello: «Giù le mani dai confini delle acque internazionali al largo della Sardegna. Il piano strategico della Francia di annettere le porzioni più pescose delle acque internazionali davanti alla Sardegna è un atto unilaterale, illegittimo e maldestro che va respinto – spiega l’ex paramentare –. Una procedura subdola che da per acquisito un accordo internazionale di tre anni fa che l’Italia non ha mai ratificato e che è pari alla carta straccia. Il parlamento aveva detto a chiare lettere di non voler nemmeno esaminare quella proposta di cessione di confini marittimi. Ma la Francia, anziché prenderne atto, tenta la strada della procedura unilaterale».

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