La Nuova Sardegna

Deposito nazionale delle scorie nucleari: la Sardegna ribadisce il suo no

di Silvia Sanna
Una manifestazione dei comitati Nonucle contro l'ipotesi di collocare in Sardegna il deposito nazionale delle scorie
Una manifestazione dei comitati Nonucle contro l'ipotesi di collocare in Sardegna il deposito nazionale delle scorie

Imminente la scelta del sito, attacchi al ministro Calenda che non esclude la Sardegna

23 marzo 2018
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SASSARI. È uno dei pochi argomenti che polverizzano divisioni, bandiere e ideologie. Il no al nucleare unisce. Stop alla litigiosità e alle scelte di campo: nessuno, in Sardegna, vuole che l’isola ospiti il deposito delle scorie nucleari, meno elegantemente definito “pattumiera nazionale”. È un no compatto e ribadito nel tempo: al referendum del 2011 l’isola rispose con un plebiscito (97% di contrari) e da allora i comitati spontanei non hanno mai mollato la presa.

Sino al 7 giugno 2015, data del No nucle day: manifestazioni in tutte le piazze con alta partecipazione dei rappresentanti politici contro la possibilità che la Sardegna venisse individuata come sito per il deposito nazionale. Ora che la scelta è imminente – così ha annunciato il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda – il coro di no si ricompatta e si sollevano le barricate. Perché, nonostante la chiara e netta opposizione, pare che la Sardegna non sia stata esclusa dalla rosa dei possibili candidati.

Finisce l’attesa. Dopo alcuni di attesa – da quando la Sogin è stata incaricata dal Governo di indicare i siti più idonei – tra pochi giorni si conoscerà la rosa dei candidati (loro malgrado) a ospitare il deposito nazionale delle scorie. La mappa dei siti idonei in Italia per il deposito nazionale delle scorie radioattive dovrebbe arrivare a giorni. La Sogin ha inoltrato la Cnapi (Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee) all’Ispra, l’istituto ha fatto alcune correzioni top secret e l’ha trasmessa al ministero dell’Ambiente che, a sula volta, la inoltrerà allo Sviluppo economico. Dice il ministro Calenda: « Appena lo farà, predisporremo il decreto ministeriale Ambiente-Sviluppo. Conto di farlo tra questa e la prossima settimana». Dal ministero dell'Ambiente confermano di essere al lavoro e che si stanno portando avanti una serie di «adempimenti», prima di procedere alla pubblicazione.

Ministro nel mirino. Proprio Calenda è finito nell’occhio del ciclone perché non ha escluso la Sardegna dalla rosa dei siti nonostante la netta opposizione. «Per questo la guardia deve restare alta», dice il comitato Nonucle, al quale indirettamente risponde lo stesso ministro allo Sviluppo economico su twitter: «Di Sardegna non ho parlato. Non conosco le località incluse nella mappa. La valutazione è stata tecnica e non politica». Questa precisazione non è bastata per evitare il putiferio di reazioni.

Pigliaru e Spano: no alle scorie. La posizione della giunta Pigliaru è molto chiara da tempo e non è cambiata di una virgola. Dice il governatore: «L'abbiamo esposta sin da principio senza giri di parole, sia ai cittadini che al governo. Il no alle scorie in Sardegna è un no deciso, che non lascia spazio ad alcuna negoziazione. Il sentimento della comunità sarda su questo tema è forte, e da parte nostra lo confermiamo. La nostra ricchezza è il nostro ambiente, e sulla Sardegna grava già il peso eccessivo delle servitù militari: il deposito delle scorie sarebbe una nuova servitù che non vogliamo».

Concetti ribaditi dall’assessore all’Ambiente Donatella Spano in un recente incontro con il comitato NonuclenoScorie: «Non consentiremo un'altra servitù sulla Sardegna. La posizione del governo regionale contro il nucleare è infatti sempre stata chiara dal 2015 e lo ribadiamo con forza in tutte le occasioni: il nostro è un no deciso a un deposito delle scorie perché in direzione opposta al volere del popolo sardo e alla nostra idea di sviluppo».

Protesta bipartisan. Da Forza Italia a Progetto Autodeterminatzione, da Sardigna Libera ai Riformatori: tutti contro il nucleare. Dice Cappellacci, Fi: «Il Governo non osi sfidare la volontà espressa dal popolo sardo democraticamente con il referendum». Muroni (PA) ricorda il peso delle servitù militari e aggiunge: «I sardi non accetteranno a nessuna condizione l'ipotesi che l'Isola diventi anche una pattumiera radioattiva».

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