La Nuova Sardegna

Cresce l’industria alimentare: più 4,1%

Cresce l’industria alimentare: più 4,1%

Più imprese negli ultimi 8 anni mentre cala il manifatturiero. Maggior attenzione per le disinfestazioni

27 marzo 2018
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SASSARI. Che l’industria dell’alimentare rappresenti uno dei muri portanti dell’economia sarda si sapeva. Ora arrivano i dati di Anticimex a confermare che questo settore è tra quelli che hanno tenuto e sono capaci di numeri positivi in un quadro, quello più generale dell’industria manifatturiera isolana, che dal 2010 al 2017 ha registrato un calo pesante del numero di imprese attive: addirittura del -12%.

C’è per fortuna chi ha saputo reagire alla crisi: facendo riferimento alla scorsa annata, le imprese attive nell’industria alimentare in Sardegna risultano 1.974 (+0,9% sul 2016 e +4,1% sul 2010), posizionandosi così all’11° posto in Italia. A livello regionale, nel 2017 il numero più alto di aziende dell’industria alimentare si registra nella provincia di Cagliari con 706 imprese (-0,1% sul 2016), seguita da Sassari con 528 (+1,1%), Nuoro con 522 (+1,4%) e Oristano con 218 (+2,8%).

A produrre questa “fotografia” è una azienda, la Anticimex, specializzata in disinfestazione e servizi di igiene ambientale, elaborata sulla base di dati InfoCamere-Movimprese e altri interni. Normale quindi che si faccia particolare attenzione all’aspetto della sicurezza alimentare, considerato sempre più importante: negli ultimi anni la crescita del ruolo strategico del settore alimentare ha spinto a mettere sempre più la salute del consumatore al centro delle filiere. Dallo studio emerge che, se da un lato sono sostanzialmente stabili gli interventi di controllo e monitoraggio dei roditori che possono causare danni alle aziende e alle persone, dall’altro cala l’uso di prodotti chimici nella lotta contro gli animali infestanti grazie a una normativa più stringente e all’uso di tecnologie “intelligenti”.

L’azienda rileva che in Sardegna gli interventi eseguiti contro i roditori che, oltre a essere portatori di malattie, possono anche provocare perdita di prodotto, danni agli impianti e di reputazione, sono sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (+1%). Gli interventi crescono a Oristano (+5% nell’ultimo anno), mentre sono leggermente in calo a Cagliari (-4%), Sassari (-3%) e Nuoro (-3%). Ma ad aver fatto registrare il “boom” maggiore (+66% sul 2016) sono le richieste di intervento con l’impiego di nuove tecnologie che permettono di ridurre l’utilizzo di prodotti chimici contro i roditori e allo stesso tempo di rispettare l’ambiente. Sono stati infatti creati sistemi sempre più mirati che prevedono il monitoraggio e il controllo elettronico dei roditori, 24 ore su 24, sette giorni su sette, e in grado di comunicare dati sull’attività in tempo reale, permettendo quindi di avere la situazione sempre sotto controllo e di intervenire prima che possano provocare danni.

La normativa infatti non solo obbliga le aziende ad adottare un metodo di autocontrollo per identificare e neutralizzare i rischi possibili durante la produzione di un alimento, tra cui la presenza di infestanti, ma ha anche regolamentato l’uso dei prodotti chimici facendo in modo che vengano utilizzati solo se strettamente necessari e in maniera selettiva. A questo si aggiungono le nuove tecnologie che hanno un ruolo chiave per ridurre l’uso di questi prodotti, con un notevole vantaggio per la salute e per l’ambiente. (a.palm.)



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