La Nuova Sardegna

Rovelli: «Ora la Procura spieghi»

Rovelli: «Ora la Procura spieghi»

Il presidente dell’Osservatorio per la giustizia: il segreto professionale è un diritto

29 marzo 2018
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SASSARI. Il caso Nuova-Garau fa scendere in campo anche l’Osservatorio per la giustizia, che da tempo è attivo per garantire valori costituzionali quali l’uguaglianza, la libertà e appunto la giustizia. Appena si è diffusa la notizia della perquisizione della sede di Olbia della Nuova e della giornalista Tiziana Simula l’associazione ha fatto sentire la sua voce a difesa della libertà di stampa. E ieri il suo fondatore Patrizio Rovelli, avvocato di fama ed ex consigliere regionale dell’Italia dei valori, insieme ai due membri dell’Osservatorio, Fabrizio Rubiu e Michela Pusceddu, ha portato a Sassari la sua solidarietà alla redazione. «Il segreto professionale è un diritto tutelato della Costituzione – afferma Rovelli –. Un pilastro sia per il diritto di informazione che per il diritto di difesa. Dove non c’è una stampa libera non c’è democrazia. L’unica cosa positiva di questa vicenda che ha riguardato la giornalista Tiziana Simula, a cui va tutta la nostra solidarietà, è la grande eco avuta. Le parole di vicinanza di avvocati, e anche qualche magistrato, ma soprattutto dell’opinione pubblica. Tutti hanno espresso preoccupazione per quanto accaduto a Olbia. L’esposto non è un atto di indagine ma l’atto di un privato. Viene veramente difficile capire cosa ha portato a prendere questo provvedimento, la Procura deve spiegare».

La vicenda della redazione olbiese della Nuova è l’occasione per rilanciare la finalità dell’Osservatorio per la giustizia. «Il nostro progetto è quello di creare in Sardegna una banca dati con tutta la giurisprudenza in ambito penale e procedurale penale da mettere a disposizione di tutti. A quel punto sarebbe davvero possibile valutare come funziona la giustizia quotidiana. Noi tramite questa banca dati vorremmo creare una casa di vetro. Ma questo progetto non piace a una parte della magistratura, che non vuole che si mettano in evidenza gli errori. Qual è stato appunto quello che ha visto protagonista Tiziana Simula». A tal proposito, Rubiu, portavoce dell’Osservatorio, cita una recente pronuncia della Cassazione in tema di perquisizioni e sequestri nei confronti dei giornalisti. La vicenda in questione era il caso Consip, che vedeva coinvolti i Renzi padre e figlio: nel luglio 2017 la Suprema corte ha dichiarato illegittimo il sequestro del computer e del cellulare del giornalista del Fatto quotidiano, Marco Lillo, e ha vietato ai magistrati di Napoli il trattenimento di copia dei dati acquisiti. (al.pi.)

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