La Nuova Sardegna

Il Movimento 5 stelle boccia il metano in Sardegna: «Progetto superato»

Alessandro Pirina
Il Movimento 5 stelle boccia il metano in Sardegna: «Progetto superato»

Licheri: opera già vecchia, puntiamo sulle fonti rinnovabili. Ma la Regione non si ferma: l’obiettivo è partire entro il 2021

04 aprile 2018
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SASSARI. Intere generazioni di sardi sono cresciute aspettando il metano, col sogno di pagare bollette meno care. Un progetto che negli ultimi anni ha avuto una accelerata verso la sua realizzazione. Il governo regionale guidato da Pigliaru ha messo la metanizzazione dell’isola tra le priorità della sua azione politica. Una scommessa che la Regione è convinta di vincere prima della fine della legislatura. Una battaglia in cui la giunta Pigliaru ha sempre avuto al suo fianco il governo, prima Renzi poi Gentiloni. Ma il cammino verso la metanizzazione dell’isola rischia di interrompersi. Probabile, infatti, che il nuovo governo, soprattutto se targato 5 stelle, si metta di traverso. Per il Movimento - e non è una novità dell’ultima ora - il progetto del metano è datato, superato, troppo impattante per l’ambiente. Una bocciatura netta che i grillini urlano fin dalla passata legislatura. Una stroncatura che confermano anche dopo avere stravinto le politiche nell’isola con percentuali che sembrano ipotecare la vittoria alle regionali di febbraio 2019 con quasi un anno di anticipo. Una sorta di legittimazione popolare (anche) al no al metano.

Progetto obsoleto. Per il Movimento 5 stelle la realizzazione della dorsale del gas, infatti, non ha più ragione di esistere. Lo dice chiaramente il senatore Ettore Licheri. «Noi riteniamo che la metanizzazione della Sardegna sia oramai un progetto obsoleto e privo di innovazione – afferma il parlamentare sassarese –. La Sardegna ha chiaramente vissuto l’handicap di non sfruttare i benefici del metano, ma oggi il progresso energetico ha saputo trovare alternative a tale deficit. Oggi investire circa 700 milioni in un’opera vecchia prima del nascere non esprime lungimiranza in materia di politica energetica». Per Licheri, dunque, la Sardegna è arrivata troppo tardi al traguardo del metano. E rischia di impantanarsi in un mega progetto non più al passo con i tempi. «Sarà un’opera che stravolgerà sensibilmente il nostro territorio e che fra 50 anni andrà smantellata – aggiunge il senatore del M5s –. È una scommessa persa in partenza, che non garantisce progresso né tanto meno quella autonomia energetica di cui la Sardegna ha necessità. L’isola deve sapere sfruttare risorse naturali quali il sole e il vento che insieme a un politica di sviluppo incentrata sull’efficientamento e sul risparmio energetico garantirebbero una reale indipendenza energetica».

Energie rinnovabili. La politica del Movimento 5 stelle sulla energia ha preso tutt’altra direzione rispetto a quella portata avanti dal centrosinistra (e anche dal centrodestra). Per i grillini il futuro del Paese, e dunque anche della Sardegna, non può prescindere dalle fonti rinnovabili. «La politica energetica è alla base dello sviluppo economico, sociale e ambientale di un Paese, ed è per questo che è necessario che una forza politica che intende governare abbia una visione chiara sulla strategica energetica da adottare – sottolinea ancora Licheri –. La green economy garantisce uno sviluppo sostenibile di Paese, in ambito economico, lavorativo, ambientale, sociale e sanitario. Su questo punto il Movimento 5 stelle è risoluto: il futuro è delle fonti rinnovabili e della generazione distribuita dell’energia. Chiaramente per arrivare al 100 per cento rinnovabile è necessario un periodo di transizione nel quale le fonti fossili devono cedere sempre più spazio alle fonti rinnovabili».

La Regione va avanti. Intanto, però, la Regione targata Pigliaru non si ferma sulla via del metano. D’altronde, è fin dal suo insediamento che il governatore si era fatto promotore della battaglia per la metanizzazione della Sardegna. Non è riuscito a mantenere la promessa di dotare l’isola entro il 2018, ma il traguardo, salvo intoppi di ordine politico, potrebbe essere veramente tagliato nel 2021. In casa Pigliaru l’ottimismo regna dopo che le due società interessate al mega progetto del metanodotto, da una parte la Sgi, Società gasdotti Italia, dall’altra la Snam, Società nazionale metanodotti, hanno trovato l’accordo: il progetto che verrà realizzato sarà quello presentato da Snam, che manterrà anche la quota di maggioranza nella nuova società che si occuperà della realizzazione. Un progetto a cui parteciperà anche Sgi come socio di minoranza.

Le autorizzazioni. Per la Regione tutto procede senza intoppi. Come ha raccontato qualche giorno fa alla Nuova l’assessora all’Industria, Maria Grazia Piras, «Regione e ministero dello Sviluppo hanno sottoscritto un protocollo che prevede una autorizzazione unica sia per la parte della rete che verrà realizzata da Sna che per quella sul conto della Regione».

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