La Nuova Sardegna

In quattro esaltarono i caduti di Salò, 23mila euro di multa a testa

di Mauro Lissia
In quattro esaltarono i caduti di Salò, 23mila euro di multa a testa

Cagliari, durante una manifestazione esposero uno striscione in onore dei repubblichini. La pena pecuniaria in alternativa a 3 mesi di carcere: hanno presentato ricorso in tribunale

06 aprile 2018
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CAGLIARI. Vietato esaltare la repubblica di Salò, vietatissimo rendere onore ai caduti repubblichini anche solo con uno striscione esposto nel corso di una commemorazione pubblica: ne sanno qualcosa quattro cagliaritani, che il 18 giugno 2015 sono stati condannati con un decreto penale firmato dal gip Giuseppe Pintori a pagare 23.350 euro a testa, alternativa pecuniaria a tre mesi di reclusione.

Gli stessi quattro che dopo essersi opposti alla sanzione si trovano adesso sotto processo pubblico davanti al tribunale monocratico per aver violato la legge 205 del 1993, che punisce con una pena fino a tre anni chi si rende responsabile di discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Qui di razziale c’era ben poco: il 28 aprile 2013 Raffaello Porcu, Giorgio Usai, Edoardo Lecis e Paolo Lecis - difesi dagli avvocati Gianluca Grosso, Laura Pirarba e Giuseppe Putzu - avevano partecipato a una manifestazione davanti al monumento ai caduti, in via Sonnino, proprio a fianco della legione Carabinieri. Un appuntamento fisso, perché ogni anno dal 2001 i nostalgici del ventennio si ritrovano là, autorizzati dalla Questura, a commemorare nell’indifferenza generale i caduti di Salò, esponendo sempre lo stesso striscione con la scritta «onore ai caduti della R.s.i».

Quel giorno però qualcosa è andata storta: forse qualche saluto romano in più, uno slogan. Fatto sta che polizia e carabinieri sono intervenuti, hanno identificato alcuni manifestanti e li hanno denunciati facendo riferimento alla norma che ha preceduto la recente legge Fiano. Il procedimento è andato avanti e si è chiuso con il decreto penale di condanna, una formula che consente al gip, su richiesta della Procura, di infliggere una sanzione senza alcuna istruttoria e senza neppure sentire la difesa degli indagati. Così, quando i quattro hanno ricevuto il provvedimento, hanno deciso di opporsi davanti al giudice monocratico, che ieri ha sentito alcuni testimoni della difesa.

Uno degli organizzatori della commemorazione e un ufficiale dei carabinieri hanno riferito al giudice su come sono andate le cose, soprattutto - come sostiene la difesa - il carattere pacifico della manifestazione. Una sorta di rimpatriata fra postfascisti, con tributo finale a chi perse la vita nell’orbita di Salò. Per i difensori quello striscione non conterrebbe alcuna esaltazione, come sostiene l’accusa. Ma solo un richiamo alla memoria di persone morte per una causa in cui credevano. Saltati i testimoni del pubblico ministero, il processo andrà avanti il 28 maggio con l’esame di altri testi. Quindi il giudice Mutzu dovrebbe fissare una nuova udienza per la discussione. La sentenza, che è un giudizio d’appello, arriverà prima dell’estate.
 

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