La Nuova Sardegna

confiscato l’impianto della twelwe 

Villasor, truffa fotovoltaico: una condanna e sei a giudizio

CAGLIARI. Un anno e quattro mesi di reclusione è la pena inflitta dal gup Giovanni Massidda a Marcello Spano, l’amministratore della Twelve Energy, che ha realizzato a Villasor l’impianto...

06 aprile 2018
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CAGLIARI. Un anno e quattro mesi di reclusione è la pena inflitta dal gup Giovanni Massidda a Marcello Spano, l’amministratore della Twelve Energy, che ha realizzato a Villasor l’impianto fotovoltaico più grande d’Europa. Spano è stato riconosciuto colpevole di truffa e lottizzazione abusiva, mentre è caduta l’accusa di abuso d’ufficio. Nel 2015 il Nucleo investigatico del Corpo Forestale e la polizia tributaria avevano accertato che la Twelwe era stata beneficiaria di agevolazioni fiscali per un’inesistente produzione di rose quando la vera attività era la produzione e vendita di energia elettrica attraverso il grande impianto di Villasor. Accogliendo le richieste del pm Daniele Caria, il giudice ha disposto il rinvio a giudizio di altre sei persone: imputati di truffa e lottizzazione abusiva dovranno presentarsi il 14 settembre in tribunale l'imprenditore Francesco Fanni, il progettista Pier Paolo Serpi del cda della Twelve Energy, il responsabile del Suap del Comune di Villasor Mauro Musio, l'imprenditore indiano Jatin Saluja e Giorgio Piras, accusato invece di incendio doloso. Il giudice ha disposto la confisca dell’impianto di Villasor. Passata nel 2010 dalle mani di Fanni a quelle della società indio-statunitense, la grande serra avrebbe dovuto produrre ortaggi, poi rose da taglio e da bacca. Ma conti alla mano il profitto dell’attività agricola 2011-2013 risultò pari a zero, mentre la vendita dell’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici per 105 megawatt installati avrebbe portato ingenti guadagni nelle casse della Twelve. Un malloppo da mettere insieme grazie - stando alle accuse - a una sequenza di carte false e di autorizzazioni aggirate, il tutto per acchiappare i soldi pubblici senza che Villasor avesse nulla in cambio. (m.l)

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