La Nuova Sardegna

L’Isis gli ruba una foto sardo indagato dall’Fbi

di Claudio Zoccheddu
L’Isis gli ruba una foto sardo indagato dall’Fbi

A Natale era in vacanza a New York. Ha scattato un “selfie” e l’ha caricato sul web I terroristi hanno modificato l’immagine originale e l’hanno diffusa negli Usa

07 aprile 2018
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SASSARI. «Siamo arrivati a casa vostra». Un messaggio diffuso su Telgram, un’applicazione di messaggistica simile a Whatsapp, dai canali vicini all’Isis. A corredo della minaccia, il “selfie” scattato davanti al Metropolitan Museum of Art durante una nevicata che ritrae una persona con il passamontagna da cui spunta il logo dello Stato Islamico. L’immagine e la minaccia, diffuse dall’Isis negli ultimi giorni di dicembre, avevano fatto scattare l’allerta terrorismo in tutta la Grande Mela. Peccato che il soggetto che compariva nella foto non fosse un terrorista ma un turista sardo in vacanza a New York che, nei giorni scorsi, ha ricevuto a domicilio la visita di due agenti dell’Fbi arrivati in Sardegna per chiarire l’incredibile equivoco che aveva messo al centro del mirino dell’intelligence americana un ragazzo sardo che, ovviamente, era all’oscuro di tutto.

La psicosi. Prima di appurare l’identità del presunto terrorista, però, l’Fbi ha dovuto faticare parecchio esaminando prima i filmati delle telecamere di sicurezza attive sulla 5th Avenue e i movimenti bancari di tutti i sospetti. Nel frattempo la psicosi si era già diffusa. Il 30 dicembre, infatti, il Daily Mail ha ripreso la minaccia con un “lancio” sul sito internet che associava la foto del presunto terrorista attivo nel cuore di Manhattan, dove scorre la 5th Avenue, all’attentato del 31 ottobre, quando un miliziano dell’Isis si era lanciato a bordo di un camion contro i passanti, causando otto morti proprio a Manhattan. La notizia del Daily Mail era stata ripresa e rilanciata da tantissimi utenti, raggiungendo le 5mila condivisioni solo su Twitter. Non solo, la foto diffusa dall’Isis era stata associata ad altre immagini che sembravano annunciare un’imminente attacco terroristico al cuore degli Stati Uniti.

L’equivoco. Sono i rischi che si corrono quando si pubblicano le foto sui social network. Perché proprio dal web arriva l’incredibile spiegazione di un’allerta nata da una bufala, una fake news per dirla con termini al passo coi tempi. Il turista sardo, infatti, aveva semplicemente caricato sui social network una foto che lo ritraeva nell’area del Metropolitan museum durante una nevicata e con indosso una cuffia e una sciarpa. L’Isis, sempre molto attenta a questo genere di occasioni, non ha fatto altro che scaricare la foto, modificarla inserendo il logo dello Stato Islamico sopra la sciarpa e diffonderla attraverso Telegram allegando una minaccia generica: «Siamo arrivati a casa vostra». Un gioco da ragazzi che ha messo in moto l’Fbi e innescato un’indagine di alcuni mesi che si conclusa in una bolla di sapone scoppiata dopo un viaggio oltre l’Altantico. Perché prima di chiudere il fascicolo, l’Fbi voleva incrociare li sguardo del turista e valutare le sue risposte.

L’Fbi. È stato il capo della task force che combatte il terrorismo, Bryan Paarmann, a spiegare al New York Post il frutto del viaggio oltre oceano: «Si è goduto la sua vacanza a New York e quando ci ha visti era scioccato e sorpreso perché non ha alcuna affiliazione all’Isis. Lo diciamo dopo che lo abbiamo rintracciato dall’altra parte del mondo, nel suo Paese d’origine. Abbiamo agito in collaborazione con le autorità italiane perché avevamo necessità di guardarlo negli occhi per scoprire che era un semplice turista che ha trascorso il natale a New York indossando una sciarpa nera, ma senza il logo dell’Isis . I terroristi pubblicano spesso foto generiche della Grande Mela e le fanno sembrare minacciose – spiega Paarmann – e il fatto che stia ricorrendo alle foto di altre persone dimostra il loro livello di disperazione».

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