La Nuova Sardegna

Insularità, la sfida invade le piazze italiane

Mario Segni firma a Roma
Mario Segni firma a Roma

Avviata la raccolta di firme, banchetti in tutti i capoluoghi di Regione. Frongia: «Partenza col botto»

08 aprile 2018
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CAGLIARI. La raccolta è partita col botto: 300 firme in meno di due ore a Cagliari, migliaia di persone nei banchetti allestiti in tutti i capoluoghi di regione e nei 36 Comuni aderenti all’Associazione nazionale dei Comuni delle isole minori. L’obiettivo è raggiungere quota 50mila firme per sostenere la proposta di iniziativa popolare per l'inserimento del principio di insularità nella Costituzione.

Una battaglia iniziata dai Riformatori e successivamente condivisa da esponenti di tutti i partiti politici. Dopo la bocciatura del referendum, il comitato ha avviato la nuova campagna. «A Cagliari, in piazza Costituzione, in due ore hanno firmato non meno di trecento persone – dice Roberto Frongia, presidente del Comitato per l'Insularità - e nelle altre città italiane si sono avvicinati in migliaia». Tra gli altri, il governatore della Liguria Giovanni Toti a Genova, dove ha firmato anche il capitano dell'Italia di tennis Corrado Barazzutti, e Mario Segni a Roma.

Il testo della proposta di legge di iniziativa popolare era stato depositato giovedì scorso a Roma in Corte di Cassazione dal Comitato per l'inserimento del principio di insularità in Costituzione. «Lo Stato riconosce il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall'insularità e provvede alla tutela dei diritti individuali e inalienabili garantiti dalla Costituzione. La Repubblica dispone le misure necessarie a ricostituire una effettiva parità ed un reale godimento dei diritti», prevede il testo.

«Siamo in tutte le regioni italiane – aggiunge Frongia – perché vogliamo che il problema dell'identità e dello sviluppo delle isole diventi davvero un tema all'ordine del giorno di tutta la comunità nazionale. Molti si sono fermati per curiosità, davanti allo sventolio delle bandiere dei Quattro Mori: quando abbiamo spiegato le ragioni della nostra presenza è stato facile ottenere la sottoscrizione della proposta di legge. La Sardegna vuole chiudere con la cultura dell’assistenzialismo, che ha generato clientelismo e rassegnazione. All’Italia – conclude il presidente del Comitato – chiediamo l’azzeramento degli svantaggi che ci hanno sinora impedito di competere ad armi pari con gli altri cittadini italiani».


 

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