La Nuova Sardegna

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L’accusa di Pili alla Regione: bovini nel pascolo al cianuro

di Luciano Onnis
L’accusa di Pili alla Regione: bovini nel pascolo al cianuro

FURTEI . Bovini al pascolo in riva ai laghetti al cianuro e dentro il bacino degli inerti, altrettanto ricchi di sostanze altamente velenose. Capita agli animali che pascolano nelle campagne di...

09 aprile 2018
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FURTEI . Bovini al pascolo in riva ai laghetti al cianuro e dentro il bacino degli inerti, altrettanto ricchi di sostanze altamente velenose. Capita agli animali che pascolano nelle campagne di Furtei, perlomeno quelli che raggiungono le aree che si trovano all’interno del perimetro dell’ex miniera dell’oro della ormai fallita Sardinia Gold Mining. A denunciare il fatto, corredandolo da riprese autoprodotte e diffuse sul web, è il leader di Unidos Mauro Pili. Dopo aver ricevuto una segnalazione, ieri pomeriggio l’ex deputato è andato sul posto e ha documentato una situazione che sembra quasi la normalità della vita che scorre nel mancato Klondike sardo.

In teoria si tratterebbe di un’area recintata su cui avrebbe competenza e responsabilità solo la Regione. In pratica, quanto sembra, però non viene esercitato alcun controllo in quella che ormai sembra diventata terra di nessuno. Tant’è che alcuni allevatori ne hanno fatto terreno di pascolo portandoci un’intera mandria di bovini accompagnata, talvolta, da greggi di pecore e capre. Il bestiame è quindi a diretto contatto con i veleni di cui sono impregnati i terreni (in particolare il bacino inerti) e bevono l’acqua dei laghetti contaminati dal cianuro.

«Facile intuire a quali possibili conseguenze vanno incontro le persone che consumano i prodotti derivati da questo bestiame, come il latte e la carne – sostiene Mauro Pili –. È una situazione di inaudita gravità, con un gravissimo rischio non solo per gli stessi animali ma per l’intera catena alimentare. Praticamente il bestiame pascola tra i veleni e di questi si nutre». L’ex parlamentare non esita a puntare il dito accusatore contro chi sarebbe responsabile di questa bomba ecologica e sanitaria: la Regione. «È sua la responsabilità del controllo, del monitoraggio e della bonifica dell’ex area aurifera della Sgm, tra Furtei, Guasila e Serrenti – accusa Pili –. Ha stanziato decine di milioni di euro, ma qui succede di tutto senza alcun tipo di vigilanza e senza che venga rilevata alcuna responsabilità». Una segnalazione–denuncia corredata dalle immagini filmate sarà inoltrata immediatamente dal leader di Unidos agli organi competenti “perché valutino la mancata custodia del sito e non solo”. La Regione era tornata in possesso delle pertinenze minerarie di Santu Miali dopo la fuga della canadese “Sardinia Gold Mining” e poco tempo fa aveva annunciato l’inizio delle bonifiche.

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