La Nuova Sardegna

Ex Alcoa, operai azionisti: avranno il 5% delle quote

di Silvia Sanna
Ex Alcoa, operai azionisti: avranno il 5% delle quote

L’annuncio del ministro Calenda: Pigliaru soddisfatto, sindacati cauti  Il 3 maggio attesi da Sider Alloys il piano industriale e certezze sulla ripartenza

10 aprile 2018
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SASSARI. Era stato il ministro Calenda a suggerire la possibilità ed è lo stesso responsabile dello Sviluppo economico a dire che la missione è compiuta: i lavoratori avranno una quota del 5% della società Sider Alloys Italia, l’ex Alcoa di Portovesme. Non solo: gli operai avranno anche un posto nel Consiglio di sorveglianza. È una novità assoluta in Italia, nata sull’esempio tedesco: «I lavoratori – ha detto il ministro Calenda durante il vertice al Mise con i sindacati e con il governatore Francesco Pigliaru – parteciperanno alla gestione dell’azienda». E ha poi aggiunto: «Se lo sono ampiamente meritato». La terza novità, anche questa una conferma di quanto annunciato a febbraio, è l’aumento di capitale e la richiesta a Invitalia di parteciparvi con una quota (si ipotizza il 20%): su questo dovrà esprimersi il Cda. Il prossimo appuntamento al Mise è fissato per il 3 maggio: all’ordine del giorno la ripartenza degli impianti e gli ammortizzatori sociali in scadenza il 30 giugno.

Il vertice. Era molto atteso: dopo la cessione dell’ex Alcoa alla Sider Alloys è stato il primo incontro al Ministero dello Sviluppo economico. Dopo gli annunci da parte dell’ad della società svizzera, Giuseppe Mannina, i sindacati attendono con trepidazione di conoscere il piano industriale con il quale il nuovo proprietario intende rilanciare la produzione di alluminio nell’isola e rioccupare i 400 operai rimasti e attualmente in cassa integrazione. Il 70% dei dipendenti dell’ex Alcoa (diretti e indiretti) sarà tutelato con gli ammortizzatori sociali sino al 30 giugno. Poi stop. Chiare quindi le ragioni del pressing sindacale. Sull’argomento il ministro Calenda non ha dato certezze: «Sider Alloys sta facendo le perizie sui macchinari e non ha al momento visibilità su quando riprendere a lavorare. Nel frattempo il nostro impegno è cercare una soluzione con il ministero del Lavoro». La speranza dei sindacati è che questa soluzione si trovi già in previsione dell’incontro del 3 maggio. Data in cui Sider Alloys si presenterà con il piano industriale e scioglierà la riserva sulla società che svolgerà i lavori di rewamping: in lizza ci sono l'italiana Danieli, la cinese Chinalco e l'americana Ace.

Le novità. Sono state accolte favorevolmente, con i sindacati cauti sulla quota azionaria ai lavoratori. La Fiom Cgil nazionale ha espresso perplessità, la Fim Cisl è invece soddisfatta. Reazioni fotocopia tra i sindacati isolani, che hanno già fissato assemblee per discutere con i rispettivi iscritti. «La partecipazione dei lavoratori all'azionariato è una cosa che vediamo di buon occhio – dice il segretario regionale Fim Cisl Rino Barca – . I lavoratori otterranno una ripartizione degli utili aziendali, quindi economici, in base agli obiettivi annualmente prefissati». «Più cauto il segretario Fiom-Cgil, Roberto Forresu: «Dobbiamo verificare come avverrebbe questa compartecipazione».

Pigliaru soddisfatto. Nessun dubbio da parte del governatore, molto soddisfatto per l’esito dell’incontro: «Oggi al tavolo convocato dal ministro Calenda è stata confermata e consolidata una prospettiva molto positiva, frutto di un lavoro lungo e complesso che abbiamo condiviso fin dal primo giorno». E poi: «La proposta di far entrare Invitalia nel capitale della nuova azienda, la Sider Alloys Italia, è un elemento di garanzia che giudichiamo positivamente, così come la proposta di un 5% di azioni ai lavoratori in forma totalmente gratuita». La speranza del governatore è che venga accettata «perché significherebbe realizzare una formula del tutto nuova per il Paese nel coinvolgere e responsabilizzare i lavoratori rispetto ai risultati aziendali, formula che in altri Paesi ha prodotto risultati interessanti».

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