La Nuova Sardegna

Piras al governo: area di crisi per Ottana

Piras al governo: area di crisi per Ottana

L’assessora domani in municipio col dossier da presentare a Roma. Il sindaco Saba ricevuto da Pigliaru

12 aprile 2018
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CAGLIARI. Il conto della vertenza di Ottana è presto fatto: tremila posti di lavoro cancellati in 15 anni, e da lì in poi solo l’enorme, grande tristezza della povertà diffusa. «Se non è una situazione esplosiva questa? Non solo nel mio Comune, ma in tutto il Centro Sardegna». Il sindaco Franco Saba, parla fitto prima di entrare nell’aula dei capigruppo del Consiglio regionale. L’hanno convocato d’urgenza, anche se per la verità avrebbero dovuto chiamarlo molto prima, dopo aver annunciato che, insieme alla giunta comunale, sta per dimettersi se non arriveranno risposte immediate e concrete per «far fronte alla nostra disperazione». Alla fine di un doppio vertice, il primo col governatore Pigliaru, l’altro con i partiti di maggioranza e minoranza, un risultato l’ha ottenuto. Domani, in Comune, l’assessora regionale all’industria Maria Grazia Piras presenterà il dossier a sostegno della richiesta al governo che anche ad Ottana, com’è accaduto per Iglesias e Carbonia, sia riconosciuto il paracadute sociale ed economico dell’«Area di crisi complessa». Finora una possibilità negata dal ministero, pare per colpa di alcuni complicati parametri nazionali, ma in questi settimane la Regione ha rinforzato il fascicolo con altre prove fresche. Ad esempio: la recente chiusura delle ultime fabbriche che erano sopravvissute alla grande crisi. «Se questa condizione ci fosse riconosciuta in tempi stretti», dirà il sindaco prima di andar via dal Consiglio, «sarebbe un passo in avanti decisivo. Vorrebbe dire che la nostra non è più una vertenza regionale ma nazionale. Noi lo diciamo da sempre: fra i nostri interlocutori ci dev’essere per forza anche il governo». Stavolta la Regione è fiduciosa: «È tutto pronto – fa sapere l’assessora – Questa settimana presenteremo il dossier al territorio, poi entro una settimana o massimo due lo approveremo in giunta e cominceremo a trattare con il ministero. Sono convinta che questa sarà la volta buona». Con l’Aria di crisi complessa arriverebbero più soldi e più progetti. A cominciare da quelli necessari per bonificare il disastro ambientale lasciato in eredità dalla chimica, 250 ettari da ripulire, per poi rilanciare l’area industriale fino a rendere «di nuovo appetibile tutto il Centro Sardegna, con l’intervento più volte sollecitato del colosso statale Invitalia, perché senza produzione non c’è futuro per i cassa integrati e tanto meno assunzioni». In più, con l’operazione dell’Area di crisi, dovrebbero essere recuperati e diventare sicuri anche i soldi per garantire gli ammortizzatori sociali a chi oggi è escluso da tutto, ad esempio gli ex Legler. Al doppio incontro Saba non s’è presentato da solo: al suo fianco, Emiliano Deiana, presidente dell’Anci, che non ha nascosto di essere molto preoccupato», altri sindaci e Costantino Tidu, commissario della Provincia di Nuoro. Tutti hanno lanciato l’allarme e dall’altra parte del tavolo sono arrivate le possibili soluzioni. Compresa la riedizione di un ordine del giorno votato l’anno scorso dal Consiglio regionale che «impegnava la giunta ad alzare la voce con Roma per difendere ad oltranza Ottana e la Sardegna centrale». Dal doppio vertice sono uscite anche alcune proposte operative immediate o quasi: il piano straordinario Lavoras sarà mirato ancor di più sulle zone interne e verranno snellite al massimo le procedure per il reddito di cittadinanza. Saba è stato ancora più diretto poco prima di ripartire per Ottana: «Credo che ora sia chiaro a tutti che dalle nostre parti c’è una bomba sociale da disinnescare Se qualcuno invece ha ancora qualche dubbio, lo invito ufficialmente alla manifestazione di venerdì 20 aprile, organizzata dal Partito dei sardi, per capire di persona cosa vuol dire vivere in un deserto». (ua)

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