La Nuova Sardegna

L'assessore Arru ci ripensa: no alle tasse su cani e gatti

Mauro Lissia
Cagnolini da adottare, immagine di repertorio
Cagnolini da adottare, immagine di repertorio

Niente balzelli per le associazioni di volontari che aiutano gli animali randagi. Esentati anche i rifugi per i felini. Presto un incontro Regione-associazioni

13 aprile 2018
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CAGLIARI. La tassa da 12 euro sulle variazioni all'anagrafe canina, che ha suscitato le proteste delle associazioni di volontari e l'annuncio di una petizione dai toni categorici, sparirà dal nuovo tariffario unico elaborato dalla Regione per coprire i costi delle prestazioni veterinarie destinate a privati ed esterne a quelle essenziali. Saranno riviste anche le tariffe che riguardano le autorizzazioni ad aprire rifugi, quindi dovrebbero salvarsi dal giro di vite anche i gestori di strutture di ricovero per i gatti, oltre che per i cani. In altre parole a pagare saranno soltanto i titolari di attività in cui gli animali sono oggetto di commercio.

Ad annunciare la decisione - dopo che la Nuova Sardegna ha anticipato ieri 12 aprile la notizia - è l'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, che ha trascorso buona parte della mattinata di ieri a discutere coi suoi collaboratori le tariffe da mandare all'approvazione finale della giunta: «C'è stato un difetto di comunicazione tra noi e le associazioni, con le quali abbiamo da sempre un ottimo rapporto, un rapporto che vogliamo mantenere - spiega Arru - le tabelle circolate in questi giorni fanno parte di un provvedimento complesso con oltre novanta voci, approvato solo in via preliminare. Le stiamo esaminando una per una e c'è la massima disponibilità a venire incontro a chi si occupa di animali randagi».

Sembra esserci l'impegno a cancellare le tasse più odiose, quelle che colpiscono i volontari dell'assistenza di cani e gatti, persone che dedicano la gran parte del proprio tempo e in qualche caso la vita all'assistenza delle bestiole di strada: «Per essere chiari, chi gestisce rifugi per randagi non pagherà nulla - conferma l'assessore - perché il nostro obbiettivo è combattere il randagismo, non certo favorirlo». Quindi rimane intatta la scelta di aggiornare il tariffario («bisognava farlo, è fermo dal 1990») ma le voci saranno modulate in modo da non colpire i volontari, che già vanno avanti fra mille difficoltà economiche: «Incontreremo molto presto tutte le associazioni - avverte Arru - e discuteremo col loro questo ed altri problemi, come quelli legati alle sterilizzazioni». Un tema, quello delle sterilizzazioni, estremamente caldo, oltre che si stretta attualità: nella provincia di Cagliari gli interventi gratuiti del servizio veterinario pubblico, pur previsti dalla legge, sono sospesi da almeno sei mesi.

Altrove si va a rilento e i volontari sono costretti a far operare cani e gatti randagi a spese proprie da veterinari privati, dove si spendono dai 60 ai 100 euro per ogni intervento. Arru si dichiara disponibile ad affrontare nei limiti del possibile anche questo problema: «Non sono informato sulla situazione di Cagliari e la verificherò - avverte l'assessore - per ora posso dire che abbiamo distribuito contributi per 200 mila euro fra le associazioni, forse non è molto ma queste sono le disponibilità attuali. Stiamo lavorando sul bilancio per fare nuove valutazioni, vedremo cosa sarà possibile fare e ne parleremo coi volontari». Quei volontari che da Sassari a Olbia, da Oristano a Nuoro e a Cagliari, rappresentano il solo argine reale al dilagare del fenomeno. Un lavoro oscuro, sottovalutato e tavolta deriso, con la Sardegna che si trova ai primi posti fra le regioni italiane per numero di cani e gatti abbandonati, insieme a Sicilia e Calabria, mentre al nord il randagismo è stato praticamente debellato: «Lo sappiamo bene - ammette Arru - ma devo dire che si tratta anche di un problema culturale. Tra i miei collaboratori più vicini c'è un veterinario, altre persone del mio staff hanno molto a cuore il tema del benessere animale. Vorrei dire che la Regione è tutt'altro che insensibile a questi problemi e quando ci incontreremo lo dirò alle associazioni e cercheremo insieme di trovare soluzioni».

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