La Nuova Sardegna

Tradizione e innovazione: ritorna il Cannonau rosé

Giandomenico Mele
Tradizione e innovazione: ritorna il Cannonau rosé

La sfida delle cantine sarde alle “bollicine” proposte dalle produzioni francesi. La nuova veste ha già convinto la giuria del concorso Grenaches du Monde  

17 aprile 2018
3 MINUTI DI LETTURA





VERONA. Il mondo del Cannonau si colora di rosé. La riscoperta del rosato rappresenta la grande novità per i vini sardi nell’edizione di Vinitaly 2018. Il vitigno più rappresentativo dell’isola, insieme al Vermentino, indossa un vestito fresco, piacevole e profumato. Una vera e propria sfida, con un ritorno alle nobili origini di un prodotto spesso trascurato, che deve affrontare l’agguerrita concorrenza delle “bollicine” e, soprattutto, della grande tradizione dei vini francesi. A certificare il grande ritorno sulla scena del rosé arriva oggi l’assegnazione dei premi della sesta edizione del “Grenaches du Monde”, concorso internazionale dedicato alla grande famiglia dei vini prodotti dal vitigno Cannonau (Grenache per i francesi, Garnatxa per gli spagnoli, ma anche Gamay del Trasimeno, Tai Rosso, Granaccia, Bordò e Alicante nel resto d'Italia): con oltre 800 campioni provenienti da 15 nazioni (fra cui Francia, Spagna, Italia, Africa del Sud, Australia, Canada, Repubblica di Macedonia, Libano, Grecia) e selezionati da ottanta giudici arrivati da diverse parti del mondo. Delle 153 etichette italiane in gara, la gran parte arrivavano dalla Sardegna. Il rosato è uno dei grandi protagonisti dell’evoluzione del Cannonau nel segno della tradizione.

Cannonau Rosè. «Riscopriamo un vino che ha origini e nobiltà proprie – spiega Antonio Posadinu, direttore relazioni esterne di Sella&Mosca, vincitore della medaglia d’oro col Rosato 2017 –. Superiamo la solita distinzione tra bollicine, bianchi e rossi, è banale. Il rosé rappresenta un’importante nicchia di mercato, che riesce ad abbinare qualità e identità. Il Cannonau resta un prodotto fortemente identitario, il rosé dà un’aggiunta di versatilità».

I mercati corrono alla velocità della luce, l’esperienza degli altri spesso costituisce stimolo ed esempio. «In Corsica il 60 per cento della produzione è costituita da rosato, la Francia ha una lunga tradizione, ci siamo detti: perché non produrlo anche in Sardegna? – sottolinea Mario Siddi, enologo della cantina Surrau, premiata per il Cannonau Doc Rosato 2017 –. L’anno scorso ottenemmo il medesimo riconoscimento con il Surrau Rosé metodo classico 2013. Vini di qualità che rappresentano comunque una sfida, vista la difficoltà nella vinificazione, nel dover raggiungere un grado alcolico più basso, oppure per calcolare il periodo giusto per la vendemmia».

Innovazione. «L’esplorazione dell’offerta enologica è costante, si è così creato questo mercato di nicchia rappresentato dai rosati – sottolinea Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra, la cantina di Luogosanto che ha conquistato la medaglia d’oro con Nudo 2017 –. Si tratta di una nuova espressione di un vitigno autoctono: è il terzo Cannonau prodotto da Siddùra e dallo stesso grappolo possiamo ottenere un Cannonau riserva, un Doc e, da ora, un rosé». La cantina di Luogosanto ha confermato la sua vocazione verso una produzione basata sulla dinamica “innovazione e tradizione”. Si punta sulla qualità, che non può prescindere dal territorio.

Concetto ribadito, nel segno della tradizione, da Francesco Sedilesu, delle cantine omonime, premiate con la medaglia d’oro per il Mamuthones 2015. «La viticoltura di qualità nasce dal territorio, solo in seconda istanza dal vitigno – conferma Sedilesu –. Il Cannonau mostra diverse espressioni sul territorio della Sardegna: il consumatore, però, se mi consente l’espressione, vuole sapere l’indirizzo dal quale proviene un vino e in Sardegna abbiamo vari territori d’elezione».

Il territorio al primo posto, poi arriva la valorizzazione del vitigno che punta ai mercati esteri. Dal rosso al rosa, la tonalità che si conferma in qualità.

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative