La Nuova Sardegna

Diabete, gratis dalla Regione i sensori per misurare la glicemia

Diabete, gratis dalla Regione i sensori per misurare la glicemia

A deciderlo è stata la Consulta regionale: ora la Sardegna come il resto d’Italia. Arru soddisfatto, ma per Forza Italia e Partito dei sardi è solo un passo avanti 

18 aprile 2018
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CAGLIARI. I diabetici avranno gratis i sensori elettronici per misurare la glicemia. Lo ha deciso la Consulta regionale, anche se ha posto diversi limiti perché i «flash glucose monitoring», le macchinette, possano essere prescritte dai medici specialisti. È comunque una vittoria, perché la Sardegna era rimasta una delle poche regioni che escludevano ancora i sensori dal prontuario delle Aziende sanitarie e quindi anche dalla possibilità di essere rimborsati ai pazienti.

Nuovo regolamento. Tra i casi ammessi rientreranno i pazienti adulti con diabete di tipo 1 che effettuano almeno 125 controlli di glicemia al mese o il diabete in gravidanza. Mentre nel diabete di tipo 2 (che prevede la terapia d’insulina), rientrerà chi ha ipoglicemie ripetute e documentate, oppure musicisti, sportivi e chi, tutti ovviamente diabetici, che non sono regolari nel consumo dei pasti per motivi di lavoro. Ancora: i sensori saranno garantiti ai pazienti con condizioni che «rendano difficile, impediscano o sconsigliabile la puntura del dito per il prelievo capillare di sangue per controllare i livelli della glicemia».

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Nella prima fase di introduzione del «flash», la Consulta di diabetologia ha stabilito che le macchinette saranno assegnate a 2.699 pazienti, di cui 500 bambini, ripartiti fra l'Ats e le altre Aziende sanitarie. Ogni sei mesi ci sarà un controllo del nuovo protocollo. Tra l’altro non ci sarà un aumento della spesa sanitaria: i sensori, che costano intorno ai 150 euro al mese, sostituiranno le strisce fornite finora ai diabetici e che hanno lo stesso prezzo.

Ex caso politico. I sensori lo sono stati, in questi mesi. Con il Partito dei sardi e Forza Italia impegnati più volte a «sollecitare l’assessorato perché, in una regione che ha la diffusione più alta di diabete in Europa, non ci fosse più questa sperequazioni e i pazienti potessero aspirare finalmente a una migliore qualità della vita». Un caso fino a tal punto, lo sono stati i sensori, da essere inseriti dal Pds nella lista dei motivi per cui non si sono presentati all’ultimo vertice di maggioranza. Ora, dopo la decisione della Consulta, la vicenda dovrebbe essere chiusa o quasi. L’assessore Arru s’è detto soddisfatto per la scelta finale: «È sostenuta da una relazione scientifica che era necessaria per far rientrare i sensori nel prontuario sanitario». Ma lo stesso non si può dire per il consigliere regionale Augusto Cherchi del Pds: «Non sono comunque ancora risolti i gravi problemi dei pazienti diabetici, come ad esempio il limite imposto alla prescrizione di alcuni farmaci. La Sardegna si è messa solo al passo con le altre regioni. Perché invece ci sia invece un vero cambiamento sarebbe indispensabile giocare d’anticipo e non rincorrere l’emergenza com’è accaduto in questo frangente». Anche per Antonello Peru, Forza Italia, è stato «fatto solo un piccolo passo avanti». Per Marco Tedde, sempre di Fi, «Siamo moderatamente soddisfatti, ma ci chiediamo, perché per la distribuzione gratuita dei dispositivi c’è voluto addirittura un anno per decidere?».
 

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