La Nuova Sardegna

il piano di riordino 

Allevatori, associazioni a rischio

di Elena Corveddu

Sos alla Regione dai consorzi Pecorino romano e Latte Arborea

19 aprile 2018
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PATTADA. Latte Arborea e Consorzio di tutela del Pecorino romano uniti in difesa dei lavoratori delle associazioni provinciali e interprovinciali degli allevatori (Apa e Aipa) e dell’associazione regionale (Ara) dei comparti ovino e bovino. «C’è profonda preoccupazione – dicono i presidenti Gianfilippo Contu e Salvatore Palitta in una lettera indirizzata al presidente della Regione Francesco Pigliaru – per la situazione economica e giuridica in cui versano le associazioni a seguito dell’applicazione di un progetto di riordino da parte dell’Aia, Associazione italiana allevatori. Le attività di alto profilo professionale di cui ha beneficiato il settore zootecnico sardo grazie all’attività dell’Aras, possono essere messe definitivamente a repentaglio se l’assemblea straordinaria dell’ente, fissata per il 7 maggio a Cagliari, dovesse deliberare per “lo scioglimento dell’associazione e la liquidazione dell’ente”, come previsto al punto 2 dell’ordine del giorno». La richiesta che Contu e Palitta rivolgono a Pigliaru e agli assessorati regionali all’Agricoltura e alla Programmazione, è la convocazione di un tavolo di filiera dei settori ovino e bovino presso il Consiglio regionale, al fine di dare un contributo per salvaguardare l’alto livello di assistenza tecnica raggiunto dalla realtà zootecnica sarda. Le associazioni promuovono e organizzano le manifestazioni zootecniche che mettono in evidenza i progressi realizzati attraverso la selezione di tutte le specie oggetto di miglioramento. Ma pensano anche all’assistenza tecnica alle aziende zootecniche, alla gestione informatizzata dei dati del sistema allevatori, alle azioni mirate al benessere animale e sicurezza alimentare. È per tutti questi motivi che i presidenti di Arborea e Consorzio di tutela del Pecorino romano evidenziano «la necessità di costituire un unico ente per le attività connesse al miglioramento genetico e per il miglioramento qualitativo delle razze di rilevanza regionale per il settore zootecnico, salvaguardando il patrimonio professionale cresciuto nel corso degli anni».

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