La Nuova Sardegna

Turismo, cibo e sport all’aperto: i cinesi pronti a investire in Sardegna

di Stefano Ambu
Turismo, cibo e sport all’aperto: i cinesi pronti a investire in Sardegna

La delegazione di un fondo governativo ha incontrato il presidente Pigliaru. L’identikit del viaggiatore: anziano e con un’altissima capacità di spesa

20 aprile 2018
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CAGLIARI. La Cina si avvicina. Anzi, ieri era proprio qui. Per fare che cosa? Per portare turisti, ma soprattutto per fare investimenti: riqualificazioni urbanistiche, interventi su canali navigabili, centri commerciali, alberghi e cliniche. Mattina e primo pomeriggio a Golfo Aranci, Porto Rotondo, Porto Cervo, Olbia e Cagliari in una sorta di tour esplorativo. In realtà a ottobre c'era già stata una visita a Olbia. Ma non c’erano stati sviluppi. Ieri c’era Chaney Cheng (amministratore delegato di un Fondo di investimento governativo). Con lui Irene Pivetti, (AD Only Italia e membro del direttivo della Fondazione), Alberto Farci (segreteria Only Italia e responsabile progetti di sviluppo), accompagnati dal responsabile tecnico di progetti di sviluppo Bonaventura Meloni e dall’avvocato-senatore Giuseppe Luigi Cucca. Tutti insieme nel pomeriggio erano dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, a Villa Devoto. Perché Cheng ha voluto spiegare direttamente al presidente quali sono le intenzioni del Fondo. Precisando tra l’altro che non è intenzione degli investitori aggiungere volumetrie: si tratterebbe di progetti di riqualificazioni di aree che sono in posti anche bellissimi. Ma da valorizzare. Alcuni esempi: Su Siccu-Sant’Elia a Cagliari o la zona dell’ansa sud di Olbia: «Il fondo è interessato – ha assicurato Pivetti – a creare opportunità per i residenti e per il territorio. A investire sulle infrastrutture. E a creare nuovi flussi turistici dalla Cina alla Sardegna. Ci siamo presentati a Pigliaru. Poi vorremo sapere che cosa ne pensano i comuni, sapere se i nostri progetti sono compatibili con i loro piani». Gli scenari che piacciono alla fondazione? Città sul mare o vicine al mare che valorizzano la presenza dell’acqua nel tessuto urbano. È il caso di Olbia e Cagliari. Ma il discorso potrebbe essere allargato anche a Oristano. Con soluzioni anche spettacolari e avveniristiche e la nascita di veri e propri quartieri turistici sul mare. Approfondito durante l'incontro anche il discorso vacanze. La tipologia del turista cinese pronto a trascorrere anche lunghi periodi in Sardegna? Età abbastanza avanzata, ma con figli e nipoti al seguito. E con un buon budget di spesa. Sardegna vista come paradiso della quantità (inevitabile il riferimento all’isola dei centenari) e della qualità della vita con buon cibo e aria pulita. Una terra che garantirebbe la pratica di sport all’aria aperta: dalle galoppate a cavallo alla vela. L’incontro a Villa Devoto non è durato tantissimo, un’oretta circa. «Questa è una prima ricognizione – ha detto Pivetti – Per noi era doveroso rivolgerci alle istituzioni perché stiamo parlando di fondi governativi – ai quali poi potranno aggiungersi anche fondi privati – e perché con le istituzioni dobbiamo dialogare e trovare punti in comune. Nei prossimi incontri entreremo nei dettagli». Delegazione e amministratore delegato Cheng molto soddisfatti della visita: la determinazione è quella di chi vuole andare avanti.

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