La Nuova Sardegna

Urbanistica, legge al via Accordi su coste e agro

Urbanistica, legge al via Accordi su coste e agro

Finita l’istruttoria in Commissione, il 27 inizia il dibattito pubblico Cassato l’allegato 4, costruzioni in campagna legate al tipo di coltivazione

20 aprile 2018
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CAGLIARI. L’istruttoria della commissione è finita. La legge sull’urbanistica, 113 articoli più undici allegati, passerà al setaccio del dibattito pubblico che comincerà il 27 aprile a Cagliari. Dibattito che dovrà partire dalla bozza presentata dall’assessore Cristiano Erriu, con qualche correzione dell’ultim’ora, e che da lunedì sarà pubblicata sul sito del Consiglio regionale. «Ci aspettiamo da subito i primi suggerimenti», è stato l’auspicio di Antonio Solinas, Pd, presidente della commissione.

Ultimi accordi. Dopo una quindicina di sedute, i commissari hanno chiuso, senza votare, quello che sarà il testo base del confronto voluto dal governatore Francesco Pigliaru prima che la legge arrivi nell’aula del Consiglio, con molta probabilità all’inizio di luglio. Nella riunione di chiusura, sono stati chiusi altri due accordi. Il primo: l’allegato che ricalcola i metri cubi assegnati a ogni Comune costiero, al centro di recenti e furiose polemiche, è stato cassato definitivamente. I criteri ritornano a essere quelli previsti dal Piano paesaggio regionale del 2006 e dalla legge Salva coste. Senza addentrarsi in troppi particolari tecnici, vuol dire che, una volta per tutte, è scongiurato ogni possibile cambio in corsa delle regole nelle zone turistiche. Di conseguenza è scongiurato anche un ipotetico aumento delle volumetrie a disposizione dei Comuni, compresi quelli che hanno utilizzato già per intero le cubature a disposizione. Il governatore Pigliaru lo aveva annunciato: «Per me quell’allegato non esiste più da tempo», ora è arrivato il definitivo colpo di spugna.

Agro rivisto e corretto. Il secondo accordo è stato raggiunto in commissione sul numero minimo degli ettari che saranno necessari per costruire una casa in campagna. Non più uno o tre generalizzati: il permesso sarà concesso sempre e solo in base al tipo di coltura previsto nel fondo. Di fatto è stato confermato alla lettera l’indirizzo del disegno di legge della giunta, con questa nuova classificazione del cosiddetto lotto minimo: dall’ettaro per la coltivazione di fiori e piante aromatiche, ai tre in caso di frutteti e vigneti, poi i 15 per gli oliveti e la semina di mais, frumento e riso fino ai 30 ettari se i campi saranno coltivati a orzo, avena e canapa. Per farla ancora più semplice: le case in campagna potranno essere costruite esclusivamente in base al tipo di coltura e i terreni dovranno avere l’estensione prevista dalla tabella. Altrimenti il permesso sarà negato. Però proprio sull’agro è stato raggiunto anche un altro compromesso importante: a presentare la richiesta per costruire potrà essere anche chi non è un imprenditore agricolo professionista. Cosa vuol dire? Questo: anche i proprietari di terreni che non svolgono la professione di agricoltori come primo lavoro, potranno presentare la domanda purché «garantiscano la sicura produttività del terreno». Con un esempio è ancora tutto più chiaro: l’impiegato o il commercialista che quindi fanno ben altro nella vita, ma hanno un terreno potranno comunque costruirsi la casa in campagna, mentre prima questa possibilità era concessa solo agli agricoltori professionisti.

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