La Nuova Sardegna

Assemblea a rischio flop Nessuna svolta nel Pd

di Luca Rojch
Assemblea a rischio flop Nessuna svolta nel Pd

Oggi ad Abbasanta non ci sarà il segretario Cucca. Presenti i soriani Mozione Lai per un partito tutto sardo. E prende corpo il movimento dei sindaci

21 aprile 2018
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SASSARI. L’assemblea in contumacia è l’ultima ferita che l’autolesionista Pd è pronto a infliggersi. Oggi ad Abbasanta andrà in scena una versione light di un’assemblea, una sorta di fiction della politica. Il segretario Giuseppe Luigi Cucca non ci sarà. «Per scelta» ci tiene a far sapere. All’assemblea convocata con le sole firme dei 45 soriani non sarà presente il segretario, né gli esponenti dell’area Renziana ed ex Ds. L’area Fadda-Cabras, dopo averne chiesto il rinvio di una settimana, manderà al massimo una delegazione. Ma la riunione sembra destinata all’insuccesso.

Caos. Paralizzato come un gatto davanti ai fari di una macchina il Partito democratico è ancora sotto choc dopo lo tsunami elettorale che lo ha travolto. I Dem vanno alla ricerca di una scossa, di un’identità che li proietti nel futuro. Ma per ora sembrano in preda alla labirintite. Girano senza meta alla ricerca di una direzione. E non è solo la scelta del segretario. Serve una svolta.

Il brand. Sarà una questione di etichetta, ma oggi il marchio Pd attira come una bistecca a un pranzo di vegani. Il timore è che alle Regionali del prossimo anno il partito conquisti percentuali da zero virgola niente.

Ma anche su quale sia la giusta scossa il Pd non riesce a trovare l’intesa. L’assemblea di Abbasanta rischia di trasformarsi in una farsa. L’attuale segretario Giuseppe Luigi Cucca ha chiesto di posticiparla di una settimana, e anche l’area Fadda-Cabras voleva rimandarla al 28 aprile. Ma la presidente Lalla Pulga ha fatto capire che sarebbe stato impossibile fermare la macchina a poche ore dalla convocazione. Con molta probabilità ci si rivedrà in ogni caso il 4 maggio per decidere cosa fare.

Le strategie. Il futuro del Pd è un complesso intreccio di movimenti e correnti. Da una parte i soriani e l’area Fadda Cabras vogliono le dimissioni del segretario Cucca. Lui vorrebbe congelarle per un altro mese, per rispetto alle direttive nazionali del reggente Maurizio Martina. Ma Cucca potrebbe restare in sella proprio per la difficoltà del partito di capire quale è la direzione.

I giovani. C’è una parte del partito che invoca un ricambio generazionale, una rivolta che dia possibilità ai quarantenni di conquistare la segreteria. I candidati sono Dolores Lai, sostenuta dai soriani, Pietro Morittu, dell’area Fadda-Cabras, e Giuseppe Frau.

Il Pd sardo. L’altra strada che arriva da una parte del partito è la creazione di un Pd sardo federato con quello nazionale. La proposta di un referendum tra gli iscritti arriva da Silvio Lai, ma è sostenuta anche da diversi consiglieri regionali e da alcuni segretari provinciali. Quello della Gallura, Tomaso Visicale, ha anche elaborato un documento, condiviso e sostenuto dal consigliere regionale Giuseppe Meloni. Un Pd sardo potrebbe avere l’effetto di svincolare il partito dalle logiche di potere romano che hanno imbrigliato i Dem isolani in molte occasioni. Dalle candidature alle Politiche, agli equilibrismi dialettici per evitare di affondare il governo nazionale spesso nemico.

Il partito dei sindaci. C’è un’altra strada, che scorre accanto a quella del Pd. È il partito dei sindaci, un movimento trasversale che mette insieme i primi cittadini. Gli amministratori dei comuni, magari piccoli, sono il volto buono della capacità di amministrare. Si lavora sottotraccia da mesi a questa ipotesi, ma il 5 maggio ci sarà una sorta di battesimo ufficiale a Tempio. Si troveranno il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, quello di Bortigiadas, e presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, quello di Fonni Daniela Falconi. Carla Medau, Pula, Andrea Soddu, Nuoro, Roberto Ragnedda, Arzachena e Marisa Careddu, Luras.

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