La Nuova Sardegna

Legge urbanistica, pressing di Confindustria

di Silvia Sanna

Gli imprenditori turistici: «Il testo non sia snaturato, sì agli interventi anche nella fascia dei 300 metri»

21 aprile 2018
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SASSARI. La discussione va avanti da mesi, i toni si accendono e si placano, le posizioni si irrigidiscono e poi si smussano, in un continuo confronto che – questo è l’obiettivo della maggioranza di centrosinistra – doverebbe chiudersi con l’ingresso della legge urbanistica in aula tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. In questo lungo periodo in cui il disegno di legge Erriu ha rischiato di soccombere, loro hanno mantenuto una posizione chiara, netta, irremovibile: dal primo istante gli industriali hanno detto che la proposta Erriu meritava il via libera perché andava incontro alle esigenze di un comparto, quello turistico, per il quale la ricerca della qualità e il rinnovamento sono fondamentali per essere competitivi all’interno di un mercato sempre più agguerrito. Un concetto che oggi gli imprenditori turistici aderenti a Confindustria Sardegna ribadiscono dicendo due cose: non c’è più tempo da perdere e per questo la legge deve essere approvata subito e il testo non deve modificato nelle parti cruciali. Perché, spiegano «le proposte di modifica che ritardano l’approvazione della legge o che ne snaturano la filosofia e le finalità rischiano di creare gravissimi danni al comparto turistico, uno dei principali settori sui quali si fondano le speranze di ripresa dell’economia regionale, privandolo degli elementi di base indispensabili per reggere con efficacia la concorrenza nazionale ed internazionale». Per questo gli imprenditori fanno un richiamo forte alla giunta regionale, ai partiti della coalizione che la sostengono e l’intero Consiglio Regionale verso «una precisa e urgente assunzione di responsabilità per fare in modo che la legge di governo del territorio venga approvata quanto prima, mantenendo e implementando tutti quegli elementi che sono oggettivamente necessari per sostenere il settore, a partire dalle norme tese a favorire l’adeguamento e la modernizzazione delle strutture, soprattutto di eccellenza. Queste strutture – spiegano – costituiscono infatti la vera leva competitiva del prodotto turistico sardo, con un bilanciamento perfetto tra valorizzazione economica, altissime competenze professionali e sostenibilità ambientale e paesaggistica». Ecco perché, secondo gli imprenditori turistici, la legge deve continuare a prevedere la possibilità di intervento nelle strutture esistenti «anche se ricadenti nella fascia dei 300 metri dal mare per adeguare le strutture ai parametri dimensionali o di qualità richiesti dal mercato, sia riguardo alla tipologia e numero di camere che dei servizi annessi». Non solo: la legge «deve poter permettere la realizzazione di nuovi investimenti turistico-ricettivi nelle aree che non offrono un sufficiente livello di accoglienza» e favorire l'adeguamento del patrimonio edilizio dell'isola alle esigenze di una moderna visione del futuro sviluppo della Regione. Infine, considerato che il tormentone principale riguarda la stagione concentrata nei soli mesi di luglio e agosto, gli imprenditori sollecitano il via libera a una legge che possa consentire la programmazione e realizzazione di strutture sportive per favorire i flussi turistici anche in bassa stagione.

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