La Nuova Sardegna

Da maschio a femmina. La mamma: «Fiera di lei»

Gianna Zazzara
Da maschio a femmina. La mamma: «Fiera di lei»

A settembre la 17enne andrà in Thailandia per essere operata e cambiare sesso. I genitori: «Con il suo coraggio e la sua forza di volontà diventerà un simbolo»  

22 aprile 2018
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SASSARI. Quando guardi le foto di Chloe, splendida 17enne, ti viene da pensare: Chi è questa bella ragazza? «È ancora un lui – risponde la mamma – ma per poco, a settembre cambierà sesso». Chloe pochi giorni fa ha ottenuto dal giudice del tribunale di Tempio l’autorizzazione a modificare il suo nome sulla carta d’identità, da maschile a femminile, e a fare l’operazione di cambiamento di sesso che la farà nascere per la seconda volta, questa volta donna. Chloe nel suo percorso è stata sostenuta e incoraggiata dai genitori che hanno accettato la sua condizione. Sono stati loro, infatti, a presentare la richiesta al tribunale gallurese, dal momento che lei è ancora minorenne: compirà 18 anni a settembre.

Chloe nasce maschio ma da sempre è molto femminile. I genitori si accorgono che qualcosa non va quando è ancora alle medie: è taciturna, si isola, non gioca con gli altri bambini. «Ma non ci avevamo dato peso – racconta la mamma – Le cose peggiorano quando si iscrive alle superiori. Non vuole più parlare con noi, si chiude sempre in camera, non ha amici. A un certo punto mi dice che non vuole più andare a scuola. Io e io mio marito abbiamo pensato a una crisi adolescenziale, a una forte depressione. Era diventata un’altra persona, stentavamo a riconoscerla. Una crisi, forte, fortissima, ma mai avremmo pensato a un problema di identità». Perché è questo quello che Chloe stava vivendo: non si riconosceva più nel suo corpo da bambino. I genitori allora chiedono aiuto a una psicologa di Tempio. Ed è proprio alla dottoressa che Chloe racconta il suo tormento, la certezza di essere intrappolata nel corpo sbagliato e di non sapere che fare.

Quando la psicologa dice ai genitori che Chloe soffre di un disturbo di identità, sono loro ad andare in crisi. «È stato uno choc – racconta la mamma – Anche se in realtà Chloe aveva tentato di dirmelo. Mi lasciava le lettere sul letto per raccontarmi la sua sofferenza. Ma forse non volevo vedere, non volevo sentire quello che poi i medici mi hanno detto. Certo, io e mio marito desideriamo che nostra figlia sia felice, per questo la stiamo accompagnando in questo viaggio lungo, lunghissimo, che non sarà facile, né per lei né per noi». I genitori la sostengono, fin dall’inizio. «Tutti e tre insieme abbiamo seguito un percorso di adeguamento di identità fisica e psichica in un centro specializzato della Asl, a Roma. Da sei mesi Chloe ha iniziato la terapia ormonale sostitutiva in vista dell’intervento chirurgico per diventare donna a tutti gli effetti e ora i cambiamenti nel suo corpo cominciano a vedersi, anche se ha sempre avuto lineamenti molto delicati».

Chloe – non vuole che si sappia il suo nome da maschio – ora frequenta il terzo anno delle superiori, in un istituto di Olbia, «ed è molto felice con i suoi compagni. Anche gli insegnanti la adorano». La ragazza ha deciso che cambierà sesso dopo l’estate. «Si opererà in una clinica in Thailandia e le staremo vicino, come sempre. Sarà una nuova nascita».

Ma lei, che l’ha messa al mondo maschio, ha mai cercato di dissuaderla? «Vorrei che rinviasse l’operazione ma temo che non ci sia nulla da fare. Chloe sa quello che fa, è una ragazza decisa e per la sua felicità la lasceremo fare». I genitori, e anche Chloe, sanno benissimo che non sarà una metamorfosi facile. «Ma è coraggiosa, non ha paura di niente. Mi auguro che serva da esempio ad altri ragazzi che stanno vivendo una situazione analoga alla sua».

E la mamma di Chloe sa quanto ce ne sia bisogno: l’ha vissuto sulla propria pelle. «I ragazzi che soffrono di disturbi di identità vengono lasciati soli, emarginati. Io dico ai genitori: aiutateli, state vicino a loro, sempre. Anche perché intorno si crea il vuoto. Noi gli amici li abbiamo persi quando hanno saputo cosa stava succedendo a mia figlia, come se fosse una malattia contagiosa. Sono sicura che Chloe, con la sua forza d’animo, diventerà un simbolo».
 

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