La Nuova Sardegna

Un’azienda con soli segni più

Un’azienda con soli segni più

In crescita sia il fatturato che l’occupazione. Previsti 8 milioni di investimenti 

23 aprile 2018
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OLBIA. Da Olbia agli scaffali di tutta Italia. Nel segno del tonno, di un legame col territorio che si perpetua dai tempi della Palmera. La crisi della fabbrica di Su Arrasolu ha rappresentato un’opportunità, quando Vito Gulli e la sua Generale Conserve, nati a Genova, avevano deciso di salvare dal disastro un pezzo di storia dell’economia di Olbia. Poi è arrivato il nuovo presidente Adolfo Valsecchi a guidare una cordata di investitori che un anno fa rilevava le quote di Gulli attraverso un fondo di private equity. As Do Mar resta e cresce, un marchio che è diventato parte integrante del tessuto connettivo dell’economia sarda, la più importante azienda con sede nell’isola nel settore alimentare. Un fatturato nel 2017 vicino ai 155 milioni di euro, sostanzialmente immutato rispetto all’anno precedente.

La crescita. Sono i numeri a indicare la realtà d’impresa e non i buoni propositi. Ore lavorate: nel 2013-2014 sono state tra le 365 e le 370 mila. Nel 2015, 381 mila. Con un picco straordinario nel 2016: 544 mila. Segno di una produzione che cresce, insieme al numero di persone impiegate. Nel 2017 sono state fatte nuove assunzioni: il personale fisso (con contratti a tempo indeterminato) è cresciuto dai 116 lavoratori del 2013 ai circa 200 del 2017: quasi 90 posti di lavoro in più per una crescita che supera il 70% nel triennio. I picchi stagionali di produzione vedono impiegate complessivamente, tra fissi e stagionali, circa 360 persone, in aumento nel 2017.

Investimenti. Nello stabilimento della zona industriale di Olbia sono previsti investimenti per 8 milioni di euro in tecnologia avanzata. Il valore aggiunto sono lavoratori ad alta qualificazione, persone che sentono l’azienda come loro, che hanno lottato nei periodi duri sapendo mantenere standard di professionalità altissimi. Per questo il futuro passa per il miglioramento della resa tecnica del tonno, utilizzare più materia prima di qualità che possa diventare tonno in scatola. Una crescita costante, dal 2014 si era partiti con 4 milioni di euro di investimenti, che sono saliti a 12 milioni di euro nel biennio 2015-2016. Tra il 2013 e il 2015 le materie prime lavorate nello stabilimento in città si sono attestate intorno alle 10 mila tonnellate. Nel 2016 sono cresciute da 10 mila a 14.200 tonnellate, con un aumento del 40%, trainato proprio dai marchi As do Mar e dalle marche private che seguono i canali della grande distribuzione: da Conad, al ritorno nei negozi a marchio Coop, passando per Eurospin. Un trend che nel 2017 è cresciuto ulteriormente, con la previsione di 16 mila tonnellate di tonno lavorato, un 15% in più rispetto all’anno precedente. As do Mar cresce nei vari segmenti del mercato, da una quota del 7% nel 2015 a un 8,5% previsto per il 2017. Il marchio di tonno lavorato e confezionato a Olbia rappresenta il secondo player a livello nazionale, dietro solo a “Rio Mare” sul mercato italiano, mentre resta leader assoluto nel segmento Premium, alta qualità.

Formazione. Le nuove opportunità occupazionali passano per la formazione in azienda. Tirocini formativi dai 6 ai 12 mesi per giovani laureati e corsi di formazione professionale per gli operai rappresentano le macchine produttive dell’occupazione. Nello stabilimento di Olbia il numero medio di collaboratori è di 275 persone, mentre in Portogallo di 248. Inoltre, le alte percentuali di donne presenti negli stabilimenti (60% a Olbia e 94% in Portogallo) testimoniano l’importanza del lavoro femminile nelle produzioni del tonno e dello sgombro, che vengono effettuate a mano da esperte artigiane del taglio, della pulitura e della preparazione. (g.d.m.)

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