La Nuova Sardegna

Sassari, le cartelle cliniche all'ex manicomio divorate dai topi

di Paoletta Farina
Sassari, le cartelle cliniche all'ex manicomio divorate dai topi

Uomini in tuta bianca dell'Ats al lavoro nell’archivio tra escrementi e calcinacci 

24 aprile 2018
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SASSARI. Ci sono voluti gli uomini in tuta bianca, manco fosse stato compiuto un attacco chimico, per prelevare una quarantina di vecchie cartelle cliniche archiviate nella palazzina M dell’ex manicomio di Rizzeddu, inagibile perché a rischio di crolli, dove i topi rosicchiano la carta e il guano di piccioni è sparso ovunque. È in queste condizioni che viene conservata una parte della documentazione personale dei degenti che, per legge, l’Azienda sanitaria, ora Ats, dovrebbe tenere con cura, in buono stato e disponibile per chi ne faccia domanda.

Ieri mattina sembrava di assistere a una sequenza di “Csi”, la serie tv per gli amanti di omicidi truculenti e immagini cruente, quando il personale incaricato per la missione, in tenuta di emergenza, ha fatto ingresso nel pericolante e antigienico archivio.

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Compiuto il guado tra escrementi di uccelli e calcinacci, la squadra ha esaurito il suo compito e prelevato le cartelle cliniche che i richiedenti aspettano da chissà quanto, perché i tempi di rilascio degli atti clinici, contro i trenta giorni previsti, sono spesso biblici, tanto che non mancano le minacce di esposti da parte dell’utenza costretta a infinite attese. E non c’è da stupirsene, delle lungaggini, se per prelevare un fascicolo occorre una squadra speciale, armata di misure di protezione. Però questo interessa poco alle persone che, invece, avrebbero il diritto di vedere esaudite le loro domande in tempi accettabili.

Il tragico è che la situazione va avanti così, immutabile, da anni. Almeno cinque, cioè da quanto la stessa Asl aveva dichiarato inagibile l’edificio. “Temporaneamente” è scritto su un cartello che campeggia da allora sulla porta di ingresso, “l’accesso è vietato”. Il tempo però deve essersi fermato dalle parti di Rizzeddu se in un lustro non si è riusciti a sgomberare della documentazione l’edificio, visto che di risanarlo non c’è evidentemente l’intenzione e magari non sarebbe nemmeno opportuno.

Cinque anni fa l’Asl aveva annunciato che i faldoni sarebbero stati spostati nell’arco di un mese e trasferiti nell’archivio amministrativo dell’Asl a San Giovanni, situato nell’ex consorzio agrario. Dagli uffici amministrativi fu assicurato che era in fase di completamento l’intera digitalizzazione delle cartelle cliniche. Ma per quelle della palazzina M non è andata così.
 

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