La Nuova Sardegna

Un mare di plastica rischia di soffocare i fondali della Sardegna

Un mare di plastica rischia di soffocare i fondali della Sardegna

Intorno all'isola 59 rifiuti per ogni chilometro quadrato. La ricerca su un'area che va da zero a meno 800 metri

26 aprile 2018
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CAGLIARI. Plastica e ancora plastica, in quantità industriali: buste, taniche, reti, bottiglie. Ma anche barili in metallo, bottiglie. Una vista sconfortante per chi ama l'ambiente. Il fondo del mare usato come discarica, anche quello bellissimo della Sardegna. È quanto emerge (è il caso di dire) dalla ricerca del biologo marino Andrea Alvito per conto dell'Università di Cagliari, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica britannica Waste management.

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Trent'anni, di Cagliari, Alvito ha terminato nel 2017 il dottorato di ricerca coi cui fondi ha condotto lo studio e con esso la collaborazione con l'ateneo, ma è grande la soddisfazione per il riconoscimento («postumo», scherza lui) ai suoi sforzi.«Si tratta del primo completo lavoro sul tema dei rifiuti nei fondali marini in Sardegna, in cui ci sono mappatura, caratterizzazione, censimento e distribuzione a una batimetria (profondità) da 0 a 800 metri, dove l'occhio normalmente non riesce ad arrivare» spiega Alvito.

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