La Nuova Sardegna

I sindaci vogliono il metano: l'energia costerà fino al 30 per cento in meno

Claudio Zoccheddu
Scavi per un gasdotto, immagine di repertorio
Scavi per un gasdotto, immagine di repertorio

Ma resta ferma l'opposizione del Movimento 5 stelle, il primo cittadino di Porto Torres: c'è il rischio che mentre si costruisce la dorsale il progetto sia superato dai progressi tecnologici delle fonti rinnovabili

27 aprile 2018
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SASSARI. Praticamente è un plebiscito. I sindaci delle città sarde e quelli delle aree che lottano per ottenere un posto al sole tra le maglie del tessuto economico dell'isola sono d'accordo: il metano è un'occasione da non lasciarsi sfuggire, sì alla costruzione del gasdotto che attraversa l'isola

Al gruppone dei primi cittadini non si accodano i sindaci del Movimento 5 Stelle. I parlamentari grillini hanno parlato apertamente di "progetto superato". 

La conferma arriva dal sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler: «C'è il rischio che il metano venga superato mentre noi costruiamo la dorsale. La tecnologia fa passi da gigante per quanto riguarda le fonti rinnovabili, mi riferisco e eolico e solare, e credo che per le utenze domestiche sia queste la strada da percorrere e noi amministratori dobbiamo imparar a essere contemporanei».

Gli argomenti dei sindaci favorevoli non sono venati dal dubbio: non c'è altro modo per affacciarsi sul mercato e ottenere l'energia di cui abbiamo bisogno ai prezzi garantiti dal metano e non si vede perchè i sardi debbano essere esclusi dalla possibilità di risparmiare fino al 30% per utilizzare il riscaldamento?.  E anche: le fonti rinnovabili non producono mai grandi ricadute sul territorio e in troppi casi si sono rivelate speculazioni fine a se stesse.

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