La Nuova Sardegna

La polizia dall'ex magistrato Mazzaroppi, acquisiti i documenti su una casa e un terreno

Tiziana Simula
La polizia dall'ex magistrato Mazzaroppi, acquisiti i documenti su una casa e un terreno

Nel mirino della Procura di Roma due cause di usucapione in Ogliastra, gli inquirenti indagano su una presunta falsa testimonianza

28 aprile 2018
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OLBIA. La polizia giudiziaria incaricata dalla Procura di Roma ha bussato di primo mattino alla porta della villa a Pittulongu di Francesco Mazzaroppi, ex presidente del tribunale di Tempio ed ex presidente della corte d’appello di Sassari. Lui è uno degli undici indagati dell’inchiesta romana sulla presunta turbativa d’asta legata alla vendita della villa appartenuta al defunto imprenditore di Arzachena Sebastiano Ragnedda. Anzi, lui, secondo il pm titolare dell’inchiesta, Stefano Rocco Fava, sarebbe addirittura il regista di quell’asta incriminata. In realtà, questa volta, le aste battute nel tribunale di Tempio non c’entrano nulla. A finire nel mirino dello stesso pubblico ministero romano, sarebbe invece il patrimonio personale e familiare dell’ex presidente Mazzaroppi, sul quale evidentemente la Procura capitolina sta svolgendo accertamenti. In particolare, la polizia giudiziaria ieri cercava – e l’ha trovata, pare consegnata dallo stesso Mazzaroppi – la documentazione relativa a una causa giudiziaria di usucapione relativa a un terreno e a un’abitazione in Ogliastra, a Tortolì. Una storia di parecchi anni fa. La Procura di Roma contesterebbe all’ex presidente del tribunale di Tempio la falsa testimonianza per la domanda giudiziaria di usucapione da lui presentata a suo tempo. Gli accertamenti si sarebbero estesi anche a Tortolì, nel terreno usucapito e nell’abitazione successivamente costruita e attualmente affittata da Mazzaroppi. La polizia giudiziaria soprattutto ha spulciato tra le carte custodite dall’ex magistrato nella sua abitazione di Olbia prelevando e portando via la documentazione che cercava. Atti che di fatto aprono un nuovo fronte di indagine sull’ex presidente ora in pensione.

Dopo le aste, insomma, l’attenzione della Procura di Roma si sposta sul patrimonio dell’ex presidente. Cambia l’oggetto dell’inchiesta, ma i protagonisti restano gli stessi, in una sorta di guerra a oltranza. Infatti, non può sfuggire che proprio il pm romano Stefano Rocco Fava è stato espressamente indicato, insieme all’ex procuratore di Tempio Domenico Fiordalisi, da Mazzaroppi in un esposto-bomba in cui i due magistrati vengono sostanzialmente accusati di aver insabbiato un’inchiesta per bancarotta fraudolenta per il fallimento della società “Cavallino bianco srl” appartenuta al defunto imprenditore di Arzachena Sebastiano Ragnedda e poi passata di mano alla vedova Patricia Alejandra Gomez. L’esposto firmato da Mazzaroppi è stato depositato poco più di un mese fa in Procura a Tempio e da lì però gli atti sono stati trasferiti a quella di Perugia, competente per eventuali indagini su magistrati romani. Nel frattempo, dopo l’esposto, da Roma sono partiti tuoni e fulmini: prima la conclusione dell’inchiesta sulle aste pilotate e ora l’indagine patrimoniale a tutto campo su Mazzaroppi. Tutti atti firmati dallo stesso pm, Stefano Rocco Fava.

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