La Nuova Sardegna

Omicidio Longoni indagini a una svolta

di Giusy Ferreli
Omicidio Longoni indagini a una svolta

L’allevatore ucciso a Villagrande, la chiave nel Dna

29 aprile 2018
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LANUSEI. «Al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati ma gli accertamenti tecnici in corso potrebbero presto fornire elementi utili all’inchiesta sull’omicidio di Fabio Longoni». È ancora troppo presto per parlare di una svolta nelle indagini, ma Biagio Mazzeo, a capo della Procura di Lanusei, non cela l’ottimismo. L’esame del Dna e delle impronte che il killer dell’allevatore di Villagrande Strisaili, ucciso lo scorso autunno nelle campagne di Santa Lucia, ha lasciato nell’auto utilizzata per la fuga potrebbero rivelarsi fondamentali. Gli accertamenti tecnici e scientifici sono destinati a fare luce sull’omicidio di Longoni e sul tentato omicidio dell’amico della vittima, Daniele Conigiu, scampato all’agguato messo a segno a colpi di fucile nelle campagne ogliastrine la mattina del 22 novembre dello scorso anno. Da quel giorno in avanti sono state interrogate numerose persone. E i carabinieri della Compagnia di Lanusei sono tornati più volte sulla scena del crimine. Hanno battuto palmo a palmo le zone circostanti la scena del delitto e trovato, qualche tempo dopo il fatto, un fucile calibro 12. L’arma era nascosta in un macchione poco distante dal luogo del delitto.

Le indagini hanno preso direttrici ben precise. E gli investigatori attendono ora conferme dai risultati di laboratorio del Ris dei carabinieri di Cagliari. A breve gli specialisti dell’Arma inizieranno gli accertamenti scientifici alla ricerca di tracce del codice genetico che l’assassino ha lasciato durante la fuga utilizzando l’auto di Conigiu. Dal racconto fatto alle forze dell’ordine dal superstite, socio in affari di Longoni, è emerso che l’attentatore si era dileguato dall’ovile di Niu Abila vicino alla diga di Santa Lucia, utilizzando la sua Audi 3. Ma l’esame del Dna è solo una parte, seppure importante delle indagini che potrebbero aiutare a sciogliere l’intricata matassa. In seconda battuta verranno eseguiti anche gli esami sulle impronte digitali rinvenute all’interno dell’abitacolo. La causa della morte di Longoni è una delle poche certezze di questa inchiesta dai molti lati oscuri.

Certezza emersa dall’autopsia eseguita dell’anatomopatologo di Lanusei Roberto Marcialis sul corpo dello sventurato allevatore. Longoni, che aveva 39 anni, è morto per un’emorragia interna in seguito alla recisione dell’aorta all’altezza del bacino. L’ altro dato certo sul fronte investigativo è che gli inquirenti non hanno eseguito lo stub sul giovane di Villagrande morto per emorragia interna dopo essere stato raggiunto da tre pallettoni. I colpi vennero esplosi da un fucile calibro 12 nelle campagne di Santa Lucia, nel territorio ai confini tra Villagrande e Girasole, in una soleggiata mattina autunnale mentre la vittima viaggiava in compagnia del suo socio su un’Audi. I due stavano per parcheggiare l'auto quando, intorno alle 8, vennero investiti da una pioggia di proiettili. Conigiu ferito lievemente al polpaccio destro prese una direzione, Longoni un’altra. Il suo corpo senza vita venne trovato qualche ora dopo, in un cespuglio di rovi, rannicchiato su un fianco. L’auto di Conigiu venne utilizzata dal killer per fuggire in un sentiero di campagna. L’A3 venne poi abbandonata nell’altro versante della collina, in località Santu Tomau nel territorio di Lotzorai. Per sapere se l’inchiesta (titolare, il sostituto procuratore Nicola Giua Marassi) sia finalmente giunta a una svolta bisognerà attendere poco.

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