La Nuova Sardegna

Vaccini, i numeri confortano e non erano scontati

Eugenia Tognotti
Vaccini, i numeri confortano e non erano scontati

La copertura vaccinale è aumentata nonostante l'offensiva dei no vax e le difficoltà di applicazione della legge sull'obbligatorietà. E la Sardegna non è ultima

29 aprile 2018
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Diciamo la verità: i confortanti dati sulla copertura vaccinale al 31 dicembre del 2017, appena comunicati dal Ministero della salute e dai vertici dell'Istituto superiore di sanità, non erano per niente scontati. Non solo per l'offensiva del movimento no vax, innestata dalla legge del luglio 2017 che aveva aumentato da 4 a 10 le vaccinazioni obbligatorie. O, ancora, per i muri di resistenza, più o meno elevati, eretti da movimenti politici, singoli leader, gruppi di protesta per la libertà di vaccinazione davanti alle scuole.

A far temere risultati deludenti era anche la complessità del processo di applicazione della legge e le grandi difficoltà che i vari adempimenti previsti dal regolamento varato dal ministero hanno comportato nel coordinamento tra Asl, Comuni, famiglie e scuole. Disfunzioni, ritardi e mancanza di personale hanno pesato in effetti sull'operazione da cui discendeva l'obbligo delle scuole di acquisire la documentazione relativa all'obbligo vaccinale e di segnalare alla Asl territoriale di competenza la mancata presentazione della stessa, cosa che ha messo a dura prova i servizi territoriali incaricati dell'erogazione delle vaccinazioni.

E tuttavia, nonostante le difficoltà di partenza, siamo di fronte, stando ai dati, a un miglioramento della copertura vaccinale in gran parte del territorio nazionale, sia per i vaccini obbligatori - come la polio e il morbillo - che per quelli non obbligatori, come l'anti-pneumococcica e l' anti-meningococcica C. Certo, non tutte le regioni italiane hanno marciato all'unisono nel contribuire ad arrestare il trend in caduta delle coperture vaccinali che nel triennio 2013 - 2016 aveva situato l'Italia al disotto dell'asticella di sicurezza - 95 per cento - raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità.

C'è da dire, guardando a questi risultati, che la Sardegna non indossa la maglia nera. È, infatti, tra le 11 Regioni (su 21) che la superano, seppure di poco, raggiungendo l'obiettivo di immunizzare almeno il 95% dei nuovi nati con il vaccino esavalente, mentre è sotto quella soglia, sia pure di poco, la copertura a livello nazionale pari al 94,5 per cento, influenzata da aree tradizionalmente 'scettiche' nei confronti della vaccinazione. Va meno bene nell'isola (anche se meglio della Sicilia, delle Marche e dell'Abruzzo) per il vaccino contro il morbillo: la copertura - 92,91% - supera però quella nazionale - 91,68%: l'aumento generale del 4,4 per cento rispetto al 2016 è importante, e fa sperare che tutte le Regioni arrivino, come il Lazio, a superare il 95 per cento dei bambini immunizzati. Un obiettivo importante per la tutela della salute collettiva, un presidio dal valore etico che resta un atto di responsabilità nei confronti delle fasce di popolazione più fragili, bambini, anziani, persone immunodepresse.

Dopo il richiamo dell'Oms al nostro paese, consentirebbe di lasciarsi alle spalle le preoccupazioni alimentate dal pronunciato calo della copertura a livello nazionale, all'origine di un' epidemia che aveva provocato 4 morti. Il trend positivo per tutte le classi di età che emerge dai dati non è uniforme: emergono due Italie, una delle quali comprende Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Marche e Abruzzo e la provincia autonoma di Bolzano, epicentro del movimento no vax in Italia. Questa parte del Paese è più o meno lontana dalla soglia di sicurezza, al di sotto della quale viene meno - si sa - la cosiddetta "immunità di gregge", la forma di difesa contro la diffusione di malattie che si realizza quando un'alta percentuale di una comunità è diventata immune al virus, garantendo così copertura anche alla minoranza non immune.

I dati diffusi questi giorni, nella settimana dell'immunizzazione che si sta celebrando in Europa (23-29 aprile), ci ricordano che è necessario non abbassare la guardia e tenere ben presenti i rischi di pericolose malattie infettive a cui far fronte con gli approcci profilattici che ci aiutano a mantenere le certezze che i programmi di immunizzazione ci hanno assicurato per tanto tempo.

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