La Nuova Sardegna

Il trenino verde riparte con un impegno: diventare un'attrazione

Il trenino verde riparte con un impegno: diventare un'attrazione

Il primo maggio via sulla Mandas-Laconi. Chicco Porcu, Arst: calendario minimo, l'obbiettivo è ripristinare l'intera tratta

30 aprile 2018
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SASSARI. Riparte il Trenino Verde, la suggestiva linea ferroviaria turistica dell'isola. L'appuntamento con la prima corsa del 2018 è fissato per domani 1 maggio sulla tratta Mandas-Laconi. Poi, nelle settimane successive, saranno inaugurate anche le altre tratte: Mandas-Sadali, Arbatax-Gairo, Santa Maria-Bosa e Tempio Palau.

«Il Trenino verde riparte, ma non basta - ammette Chicco Porcu, amministratore unico dell'Arst, che gestisce la ferrovia a scartamento ridotto - Quello messo in piedi per il 2018 è un calendario minimo utile per tenere in vita il sistema del Trenino verde, ma del tutto insoddisfacente per le aspettative dei territori e per l'enorme potenziale turistico di questo servizio». Il sogno di Porcu è trasformare quella linea ferroviaria, una delle più belle del mondo, in un'attrazione turistica «come accade nel resto d'Europa, tranne che da noi».

«In Europa ci sono 627 associazioni che promuovono le ferrovie turistiche: i viaggiatori superano i 20 milioni l'anno, con un giro d'affari miliardario. Noi, con una ferrovia turistica che tutto il mondo ci invidia, riusciamo a incassare poche migliaia di euro», dice amaro Porcu. Uno spreco, insomma. «Ci vuole un cambio di passo, e in fretta - suggerisce Porcu - Continuare così significa mortificare le aspettative degli operatori turistici che per anni hanno atteso una svolta».

Un piano per rilanciare il Trenino verde c'è. Nei giorni scorsi l'Arst lo ha presentato alla presidenza della Regione, d'accordo col comitato del Trenino verde che da anni si batte per far decollare la linea ferroviaria. «Si tratta di un piano pluriennale di sviluppo che prevede investimenti per 250mila euro - spiega Porcu - L'obiettivo è superare entro pochi anni i 500mila viaggiatori l'anno per far diventare il Trenino verde uno strumento concreto di sviluppo territoriale grazie al collegamento tra il turismo sulle coste e i borghi dell'interno». E proprio per discutere del futuro della ferrovia, sabato 5 maggio Chicco Porcu viaggerà sulla locomotiva a vapore da Mandas a Laconi insieme ai sindaci di Mandas, Serri, Sarcidano, Nurallao, Laconi e agli operatori turistici.Nel frattempo, nell'attesa che vengano definiti tempi e modi del rilancio, il Trenino tenta la ripartenza con molte tratte escluse. Per riaprire tutti i 437 chilometri della rete del Trenino verde, infatti, bisognerà aspettare i 6 milioni di euro stanziati nella finanziaria regionale 2018.

«Un risultato comunque è stato raggiunto. Dopo uno stallo di otto mesi, le corse da domani ripartiranno». A causare lo stop era stata la legge sul trasporto pubblico approvata l'anno scorso, che prevede standard di sicurezza elevati, anche per le reti a scartamento ridotto. «Abbiamo scritto al ministero dei Trasporti per comunicare che il treno domani ripartirà, dal momento che ancora non ci sono i decreti attuativi. Al ministero abbiamo presentato un piano che prevede l'applicazione di misure meno restrittive di quelle previste dalla legge nazionale. È assurdo paragonare il trenino verde a un treno della rete nazionale: i treni turistici viaggiano a 10 massimo 30 chilometri l'ora. E poi come si fa ad automatizzare tutti i passaggi a livello come richiede il ministero? ».

Protesta il leader di Unidos, Mauro Pili. «Una partenza farsa. Pur di nascondere il disastro delle tratte, Regione e Arst hanno annunciato una partenza delle tratte da domani, ma la realtà è ben diversa: tratte bloccate dopo pochi chilometri, tempi raddoppiati per problemi di sicurezza: anziché un'ora ce ne vorranno due». Secondo Pili «resteranno isolate ed escluse tratte fondamentali come la Sadali-Seui. Nessuno dei ponti è stato collaudato e il treno si fermerà inesorabilmente a Sadali, impedendo la connessione con l'Ogliastra».

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