La Nuova Sardegna

Le manie dei critici improvvisati

Le manie dei critici improvvisati

Su internet tanti clienti incontentabili che giudicano tutto, anche le spremute 

01 maggio 2018
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SASSARI. L’importare è dirne una, magari anche a caso. Per sentirsi davvero importanti bisogna offrire il proprio punto di vista, anche senza saperne nulla. E il web diventa un’arena, un luogo di scontro in cui combattere per difendere le proprie idee, i propri gusti e la propria liberà di parola. Una Babele dell’opinione che frulla tutto lo scibile umano e lo condensa in commenti che al massimo strappano un sorriso. Perché se ci sono “concentrazioni” di pareri che indicano una strada che sarebbe meglio evitare quando si parla di ristorazione, altri sono critiche in libertà totalmente distaccate dalla realtà.

Tra i campi di battaglia preferiti dai professori della critica c’è sicuramente la tavola. Quella degli altri, ovviamente. Per dare una dimensione al fenomeno basta andare a caccia delle critiche ai ristoranti e senza alcuna fatica si vince un biglietto per un tour di prima classe nel girone dei “recensori”, una categoria metà uomo e metà tastiera che deve offrire un giudizio su tutto: dai film che casualmente “passano” sulle tv dei locali, all’abbigliamento di camerieri e ristoratori. E poi c’è il cibo, la materia prima da recensire. Anche se la pratica in cucina non va oltre la pasta al tonno. E così ci si può imbattere nel commento di chi si lamenta perché nella tv del locale passava il film “Lo squalo” che poteva spaventare i bimbi al tavolo quando, più semplicemente, sarebbe stato più facile chiede di cambiare canale. Ma la vetta più alta è quella del commentatore che, pur non avendo mangiato nel locale, decide comunque di scrivere qualcosa e di consegnare agli annali una recensione che è un capolavoro della comicità e che merita di essere riportata nuda e cruda, senza correzioni: «Ottimo bar ristorante non ho mangiato niente però la location è carina e i camerieri ai tavoli sono molti ho visto uscire alcuni piatti e alla vista non erano niente male». Ma la frontiera del commento è ricchissima e c’è chi si produce nella recensione di una granita al limone e di due spremute d’arancia: «Bicchieri troppo piccoli e doppi (?), la granita di limone era al sapore sintetico e non fatta al momento con succo vero». Nell’elenco non mancano quelli che hanno qualcosa da dire anche sui banchetti di nozze, peraltro non riferendosi direttamente al cibo. «Location su una spiaggia lercia di alghe». In effetti il wedding planner avrebbe dovuto controllare il bollettino dei naviganti per prevedere la mareggiata. Oppure armasi di scopa e ramazzare il lido, no? (c.z.)

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