La Nuova Sardegna

Ex Alcoa, si scrive il futuro Sider Alloys svela le carte

di Silvia Sanna
Ex Alcoa, si scrive il futuro Sider Alloys svela le carte

Al Mise la presentazione del piano industriale: riavvio previsto in estate

03 maggio 2018
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SASSARI. La prima pagina della nuova storia potrebbe essere scritta oggi a Roma. Ci sperano gli operai, ci vuole credere un intero territorio paralizzato dalla crisi economica e stanco dell’assistenzialismo. Al Ministero dello Sviluppo economico sarà tracciato il futuro dell’ex Alcoa. Stessa fabbrica, stessa produzione, ma nuovo nome: si chiamerà Sider Alloys Italia, dal gruppo svizzero che a febbraio ha rilevato gli impianti di Portovesme fermi dal 2012. L’appuntamento è fissato per questa mattina alle 11: all’ordine del giorno la presentazione del piano industriale e l’illustrazione dei tempi e delle modalità di riavvio della fabbrica dell’alluminio. Non solo: si discuterà anche della composizione della nuova società, nella quale è previsto l’ingresso dei lavoratori con un pacchetto pari (per ora) al 5% delle azioni. Una ipotesi caldeggiata dal ministro Carlo Calenda, che coordinerà l’incontro odierno, e valutata positivamente anche dall’ad di Sider Alloys Giuseppe Mannina. Con loro, al vertice odierno, ci saranno anche il governatore Francesco Pigliaru e l’assessore all’Industria Maria Grazia Piras, l’ad di Invitalia Domenico Arcuri, il coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi e i rappresentanti sindacali.

Il piano. Alcuni numeri si conoscono già, in particolare quello relativo agli investimenti: 135 milioni di euro messi sul piatto dal gruppo svizzero per fare ripartire la produzione di alluminio dal polo di Portovesme. Si sa anche che la produzione sarà destinata prevalentemente al mercato italiano: è stato valutato che circa l’80 per cento delle 147mila tonnellate di alluminio primario saranno distribuite nel nostro Paese. Da scoprire invece i tempi preventivati per il riavvio degli impianti sui quali i tecnici incaricati da Sider Alloys hanno avviato valutazioni approfondite alcuni mesi fa. E strettamente legato ai tempi di riavvio è il discorso sul reinserimento degli operai. Mille i lavoratori Alcoa nel periodo più fortunato della fabbrica, circa la metà quelli ancora a spasso e in attesa di un futuro dopo anni di lotta nelle piazze, nelle strade, nei porti e negli aeroporti.

I tempi. L’inizio sarà soft. Le luci in fabbrica secondo le intenzioni di Sider Alloys Italia dovrebbe accendersi in estate, tra luglio e settembre. E saranno una cinquantina gli operai impiegati nella fase iniziale, destinati a diventare 130 già tra la fine dell’anno in corso e l’inizio del 2019. La prossiam estate il numero crescerà sino a 260, successivamente ci sarà l’ingresso in fabbrica di un altro centinaio di operai. Il cerchio si chiuderà entro la primavera del 2020: entro due anni Sider Alloys Italia darà lavoro a 450 operai, compresi un’ottantina legati all’indotto. Questo secondo i piani del gruppo svizzero, che oggi svelerà le sue carte ai rappresentanti istituzionali e ai sindacati.

Operai azionisti. La composizione societaria è il terzo punto all’ordine del giorno. L’ipotesi è che Invitalia abbia il 15% delle quote, l’ad Domenico Arcuri ha accolto favorevolmente questa possibilità dicendo di essere rimasto bene impressionato dai rappresentanti del gruppo svizzero. La vera novità – almeno nel panorama italiano – sarebbe l’ingresso, con il 5% delle quote, dei lavoratori. Che, oltre al posto nel cda, avrebbero anche una poltrona nel comitato di sorveglianza, così da verificare in maniera diretta l’attuazione dei piani. I sindacati si sono espressi a favore della novità, solo la Cgil ha espresso dubbi e chiesto chiarimenti sulle modalità dell’operazione. Oggi sono attese le risposte.



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