La Nuova Sardegna

In vetrina anche i tre Pecorini Dop

di Elena Corveddu
In vetrina anche i tre Pecorini Dop

I Consorzi di tutela presenti in un unico stand. Obiettivo: aumentare l’export

06 maggio 2018
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SASSARI. In occasione del salone internazionale dell’alimentazione di Parma, i Consorzi di tutela delle tre Dop – Pecorino romano, Pecorino sardo e Fiore sardo – si presentano con uno stand collettivo per far conoscere, insieme allo chef Matteo Barbarossa, le eccellenze casearie della Sardegna.

Lo chef molisano mostrerà agli esperti del settore e agli appassionati di cucina come creare primi e secondi piatti utilizzando questi tre tipi di formaggio. E proprio a Cibus sarà presentata la campagna promozionale “3 Pecorini”, nata grazie all’unione dei tre Consorzi di tutela. Lo slogan non lascia spazio a dubbi: “Non le solite pecore. Non i soliti formaggi”. L’obiettivo è promuovere i tre formaggi a denominazione protetta nei mercati di cinque paesi strategici per l’export: Italia, Germania, Inghilterra, Francia e Stati Uniti.

La Sardegna è la prima regione italiana per numero di capi ovini da latte, con oltre tre milioni di pecore. In particolare, il pecorino romano rappresenta l’85% della produzione dei formaggi ovini Dop italiani e il 52% rispetto alle principali Dop ovine dell’Unione Europea. Il giro d’affari, nel 2016, ha sfiorato i 484 milioni di euro.

Il pecorino sardo rappresenta invece il 4% della produzione italiana totale di formaggi ovini Dop, con sedicimila quintali di formaggio prodotti. Nel 2017 il suo valore commerciale è stato di 32 milioni di euro. «L'Italia – hanno spiegato i presidenti dei tre Consorzi di tutela, Salvatore Palitta per il pecorino romano, Antonello Argiolas per il pecorino sardo e Antonio Maria Sedda per il Fiore sardo – rappresenta il principale paese di consumo, ma l’esportazione sta crescendo sensibilmente, soprattutto in ambito europeo. Nel 2017 sono stati prodotti più di seimila quintali di Fiore sardo, venduti soprattutto nel resto d’Italia». Ora bisogna fare il salto di qualità e cercare di conquistare nuove fette di mercato all’estero. «Siamo fiduciosi – dicono i presidenti dei Consorzi – Questa di Parma è la vetrina migliore per far conoscere i nostri prodotti anche agli acquirenti stranieri».

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