La Nuova Sardegna

I formaggi ovini dell’isola protagonisti al Cibus

di Simonetta Selloni
I formaggi ovini dell’isola protagonisti al Cibus

Tra gli espositori della rassegna di Parma c’è il meglio della produzione casearia Il pecorino è la star ma c’è anche l’agnello Igp e l’esordio del Fiore sardo

08 maggio 2018
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INVIATA A PARMA. Benvenuti al tempio dell’agroalimentare mondiale, l’eccellenza delle produzioni e del cibo made in Italy declinato in tutte le sue varianti. Al Cibus, che si è aperto ieri al Parmafiere con oltre tremila espositori e uno spazio fieristico ampliato per accogliere anche le innovazioni sulle tendenze futuristiche del settore, la Sardegna è ospite fissa. Sono tramontati i tempi in cui gli espositori isolani si muovevano sotto l’ala della Regione. Cibus, con Sial di Parigi e Anuga di Colonia, è la più importante fiera europea dell’alimentare. Per questa 19esima edizione, i produttori sardi diventano ambasciatori di se stessi e delle eccellenze prodotte. Nel contenitore che fino al 10 maggio attende 80mila visitatori da tutto il mondo, con una presenza di buyer internazionali di spessore, l’isola che produce cibo di altissima qualità e vorrebbe esportarlo sempre di più, si presenta con ventuno espositori, in modalità random: ognuno per conto proprio. Poche le eccezioni, alcuni stand che raggruppano più aziende, da anni insieme secondo una formula di vicendevole promozione. E sostegno anche nell’impegno finanziario che la partecipazione a questo evento comporta.

A dire il vero, non è che la Regione non ci sia. C’è il Consorzio Igt dell’agnello sardo. E C’è attraverso il sostegno ai tre Consorzi del pecorino: sardo, romano e Fiore sardo con un investimento di 3 milioni di euro per rilanciarli. «Per noi è un trampolino», dice Salvatore Palitta, presidente del Consorzio Pecorino romano la cui produzione si attesta su 300mila quintali l’anno per un fatturato che nel 2016 ha superato i 480 milioni di ero. Sulle ali di questo progetto, è tornato a Cibus anche il Pecorino Sardo. «Il mercato italiano rappresenta il 95 per cento, ma dobbiamo farci conoscere meglio sia dai nostri consumatori che all’estero», sono le considerazioni del presidente Antonello Argiolas. Debutto a Parma per Antonio Maria Sedda, presidente del Fiore Sardo. «Siamo consapevoli che è un prodotto di nicchia, produciamo 6mila quintali l’anno», racconta. E se è vero che i consumatori sono sempre più esigenti e chiedono qualità, servizi, e grammature adatte ai nuovi stili di vita (se il formaggio non è light, lo sono almeno le piccole pezzature ormai d’obbligo), nell’era 3.0 del cibo veicolato da chef star televisive, un nome di grande richiamo spinge un prodotto quanto se non più una campagna pubblicitaria vecchio stile. Ecco perché per il rilancio dei tre pecorini, al padiglione 2 coordinate G50 di Cibus, c’è lo chef Matteo Barbarossa che propone piatti a base di pecorini con lenticchie, finocchi, arance, noci, fonduta dei tre formaggi. Tutto per convincere ad un ritorno al consumo, latente soprattutto nei luoghi di produzione. Tradotto: mentre a Parma il parmigiano si mangia, in Sardegna il pecorino tira molto meno. Un problema culturale, prima che economico.

Il settore lattiero caseario schiera a Cibus realtà consolidate nell’economia sarda. Investono e rischiano in proprio, non sentono la mancanza di mamma Regione. Renato Illotto, presidente della Cooperativa allevatori ovini di Siamanna. «Ognuno promuove la sua azienda, siamo noi i testimonial della nostra identità». Parma è un appuntamento obbligato. «Siamo la più grossa cooperativa ovina italiana, siamo dappertutto all’estero: Usa, Canada, Giappone, Cina. Qui incontriamo i nostri acquirenti, abbiamo nuovi contatti». Stare quattro giorni a Cibus significa investire 10mila euro.

E sempre per restare nel campo delle importanti aziende lattiero casearie, che la partecipazione a Cibus sia imprescindibile lo confermano Paolo Pinna della F.lli Pinna Casearia di Thiesi, azienda che il prossimo anno taglierà il traguardo del secolo di vita e il più importante produttore di pecorino dell’isola: «I nostri due mercati di riferimento, quello nazionale e quello internazionale, si incontrano qui. Bisogna esserci, sia per la strategia comunicativa – presentiamo il nostro nuovo pecorino con caglio vegetale e i prodotti senza lattosio, che per incontrare nuovi clienti».

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