La Nuova Sardegna

Mamme equilibriste, fare figli nell’isola è sempre più difficile

di Silvia Sanna
Mamme equilibriste, fare figli nell’isola è sempre più difficile

Maternità poco tutelata: Sardegna quindicesima in Italia. Assistenza insufficiente, molte donne lasciano il lavoro

10 maggio 2018
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SASSARI. Fare la mamma in Sardegna è sempre più difficile. L’isola va indietro, perde posizioni, diventa meno accogliente. Una culla inospitale sotto vari punti di vista e per questo respingente: è facile capire allora quell’indice di natalità così basso, 1,09 figli per coppia, che fa della Sardegna la regione meno feconda d’Italia. Le donne sanno che mettere al mondo un bambino è una scommessa, perché c’è il serissimo rischio di non potergli dedicare le attenzioni che gli spettano a meno che non si rinunci alla carriera, alla gratificazione professionale. Tantissime donne in Sardegna lo fanno: lasciano il lavoro quando i bambini sono piccoli perché intorno a loro non c’è una rete – parentale e di servizi – sufficiente per garantire una adeguata assistenza ai figli. E in questa situazione per badare alla famiglia e alla casa e contemporaneamente andare al lavoro servono doti di equilibrismo. Lo sa bene Save the childre, che l’ultimo studio dedicato alle mamme l’ha chiamato proprio “Le Equilibriste. La maternità in Italia”: è la classifica delle regioni italiane dove è più o meno facile essere madri.

Sulla base di diversi parametri presi in considerazione – come la cura dei bimbi, il lavoro e i servizi – vince nettamente il Nord Italia, con Bolzano e Trento sul podio. La Sardegna va giù: 15esima posizione su 20 nel dato generale, 16esima alla voce lavoro con un balzo indietro di 1 punto. Lo studio confronta gli ultimi dati con quelli del 2004, anno in cui fu pubblicato il primo report sull’argomento: la notizia sconfortante è che in 14 anni in Sardegna per le mamme la situazione non è cambiata di una virgola. L’unica cosa che è aumentata sono i servizi per i più piccoli – tra asili nido, baby parking, ludoteche, strutture attrezzate –: in questo caso l’isola viaggia a metà classifica, in decima posizione con due punti in più rispetto al 2004. Significa che è aumentato il numero di posti negli asili come anche la percentuale di bambini che frequentano la scuola dell’infanzia (che non è obbligatoria).

Male invece per quanto riguarda la cura dei piccoli, parametro che mette insieme principalmente due aspetti. Il primo è il tasso di fecondità, bassissimo in Sardegna, il secondo è “il peso” della gestione dei figli in ambito familiare. Dallo studio viene fuori che nell’isola, anche nelle famiglie in cui lavorano entrambi i genitori, sono soprattutto le donne a dedicare più tempo ai figli. E per questo riducono il carico di lavoro o rinunciano del tutto: la Sardegna è 16esima nella classifica che incrocia i dati tra maternità e lavoro femminile. Viene fuori che più di un terzo delle donne che non hanno mai lavorato o non sono intenzionate a iniziare, sono mamme: di fronte alla prospettiva di trovarsi in difficoltà nelle gestione della famiglia, decidono di stare a casa. Accade soprattutto quando lo stipendio basso non giustifica il sacrificio.
 

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