La Nuova Sardegna

Fondi alle imprese erogate solo briciole

di Umberto Aime
Fondi alle imprese erogate solo briciole

Dal 2014 assegnato il 3,5%. La Regione annuncia la svolta

12 maggio 2018
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CAGLIARI. I milioni non mancano, in gran parte arrivano dall’Unione europea, meno dallo Stato, ma prima che finiscano alle imprese il percorso è lungo e zeppo di trappole. Può trasformarsi persino in un giro della morte. Col risultato che sul calendario vola via anche un anno, o addirittura quattro, dalla pubblicazione del bando al pagamento del contributo. Nell’ultimo report della commissione bilancio del Consiglio regionale, presieduta da Franco Sabatini del Pd, sono i numeri (da brivido) a rendere ancora più evidente l’agonia della lentezza. Dal 2014, è l’anno del bando più vecchio, in poi la Regione ha erogato solo 15,2 milioni su 423,5 milioni se la colonna presa a campione è quella delle «domande presentate», o la stessa cifra su 173,1 milioni se il raffronto è invece con la casella «domande istruite positivamente». In un caso e nell’altro, le percentuali non sono comunque favolose: 3,5, nel primo, 8,7 nel secondo. «Più volte – ha detto Sabatini nel presentare il dossier – le imprese hanno protestato per le lungaggini delle procedure. A quel punto, abbiamo messo intorno a un tavolo tutti i protagonisti del meccanismo e le soluzioni sono in arrivo: entro pochi mesi ogni bando andrà a regime e i tempi per arrivare all’erogazione non supereranno i sei, sette mesi». A confermare che ci sarà una svolta è anche la Regione: «In passato, siamo stati noi i primi a chiedere scusa alle imprese per i ritardi accumulati. Ma ora possiamo dire con certezza che l’emergenza è superata e sarà tutto molto più veloce».

La vecchia mappa. Finora ad aver mandato in cortocircuito l’intero sistema è stato il meccanismo stesso. I «colli di bottiglia» sono stati diversi, anzi troppi: bandi complicati, o scritti male, e di conseguenza domande ad alto rischio bocciatura che però ingolfano una macchina già in crisi. Poi è capitato che ci sia stato più volte un rimpallo infinito di documenti chiesti e richiesti ai concorrenti. Gli incroci pericolosi sono stati soprattutto fra gli assessorati titolari dei bandi, quelli al bilancio, industria e turismo, il Centro di programmazione che gestisce i vari capitoli e la Sfirs, banca della Regione e quindi ente pagatore. In questa triangolazione, il monte pratiche è stato inghiottito spesso fino ad accumularsi. Oltre alla matassa burocratica, a ingrippare gli ingranaggi sono state anche le bizze improvvise delle «piattaforme informatiche». Più volte sono andate in tilt e soprattutto nei click-day, il giorno d’apertura ufficiale dei bandi telematici, quando hanno subito l’inevitabile assalto dei concorrenti. «Abbiamo analizzato ogni passaggio nel dettaglio – ha sottolineato Sabatini – e le soluzioni le abbiamo trovate».

La nuova mappa. Dalla prossima settimana la macchina dovrebbe però andare a regime. Il sistema informatico è stato rimesso a punto, non dovrebbe più mettersi di traverso e anche gli accessi diretti al sistema da parte dei concorrenti sarà più veloce. Il Centro di programmazione ha assicurato che i bandi saranno molto più semplici, soprattutto quelli destinati alle piccole imprese, anche se non va dimenticato che il setaccio imposto dall’Unione europea è sempre a maglie molto strette. Lo è ad esempio nella verifica che le imprese non abbiano superato la soglia massima prevista da Bruxelles per i contributi pubblici. Anche l’Europa è un ginepraio di burocrazia e infatti gli uffici lavorano sotto stress, nella paura di essere crocefissi a causa dell’errore che può sfuggire. O peggio ancora finire nel mirino per un possibile «aiuto di Stato» non ipotizzato durante la procedura e su cui invece Bruxelles non transige. Anche l’ultimo anello della catena, la Sfirs, ha rinforzato la squadra: sono passati da 10 a 20 i componenti dell’ufficio in cui è consumato il rito finale: l’erogazione del contributo. Sabatini lo ha detto: «Le imprese hanno capito che da parte della Regione ci sarà il massimo sforzo per azzerare i tempi e ora tutti attendiamo i risultati». Quali? «Che le pratiche meno complicate siano liquidate massimo in sei mesi».

Le critiche. Quando il dossier della commissione ha cominciato a circolare, le opposizioni si sono scatenate. Il consigliere Paolo Truzzu, Fdi, ha denunciato «l’incapacità della giunta nel sapere spendere i soldi destinati a risollevare le imprese e accelerare la ripresa dello sviluppo». Mentre da Bruxelles l’eurodeputato Salvatore Cicu, Forza Italia, ha detto: «Il monitoraggio dimostra il ritardo e l’inadeguatezza della Regione non solo nella spesa ma soprattutto nell’affiancare le piccole medie imprese quando accedono ai bandi pubblici. Occorre subito una task force per azzerare l’arretrato». La replica della Regione è stata: «Ci abbiamo già pensato».

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