La Nuova Sardegna

il delitto a siena 

Il pastore: ho sparato all’albanese per difendermi

SASSARI. Ai carabinieri ha detto di avere sparato per legittima difesa durante una colluttazione con il giovane albanese. Giulio Cesare Sale, il pastore originario di Mamoiada che mercoledì sera ha...

12 maggio 2018
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SASSARI. Ai carabinieri ha detto di avere sparato per legittima difesa durante una colluttazione con il giovane albanese. Giulio Cesare Sale, il pastore originario di Mamoiada che mercoledì sera ha ucciso Andrea Ndoya, 22 anni, a Sinalunga, in provincia di Siena, ha anche aggiunto di non essere andato lì per cercare lui: Sale voleva chiarire incomprensioni in ambito lavorativo con il connazionale di Ndoya, residente in quell’appartamento. Ma ad aprire la porta si è presentato il 22 enne che – a quanto riferito da Sale – a un certo punto gli avrebbe puntato la pistola dalla quale è partito il colpo mortale. Questo il racconto di Sale ai carabinieri, non ribadito al gip davanti al quale il pastore 45enne è rimasto in silenzio. Il giudice ha convalidato sarsi dell'arma e a sparare al 22enne per poi darsi alla fuga. Proprio sull'arma, che non risulta denunciata, si stanno concentrando le indagini dei carabinieri attraverso esami scientifici e balistici per accertarne la proprietà e stabilire la dinamica della colluttazione e dello sparo. Questa mattina il gip del tribunale di Siena ha convalidato l'arresto nell’udienza che si è svolta nell’ospedale “Le Scotte” a Siena dove Sale è ricoverato da mercoledì notte con una gamba fratturata. Durante la fuga l’uomo è infatti caduto in un fosso. Dopo essere stato raggiunto dai carabinieri Sale ha indicato il luogo in cui si trovava la pistola. Proprio sull’arma, che non risulta denunciata, si stanno concentrando le attenzioni degli investigatori: sulla pistola sono stati disposti esami scientifici e balistici per accertarne la proprietà e stabilire la dinamica della colluttazione e dello sparo.

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