La Nuova Sardegna

Il docente: «Ogni anno sempre meno alunni»

Il docente: «Ogni anno sempre meno alunni»

Il sindaco-professore: perché vogliono portare vecchi? Nei nostri paesi abbiamo bisogno di giovani 

14 maggio 2018
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RUINAS. «La terza media che l’anno scorso ha concluso il ciclo di studi era composta da ventuno alunni. La seconda media di quest’anno ha tredici ragazzi che provengono dagli stessi paesi dei ragazzini che oggi compongono la prima con otto studenti. A giugno andranno via diciassette studenti e ne entreranno ancora una volta otto dalla quinta elementare. La situazione peggiora costantemente». Parla Roberto Scema, docente di lettere a Ruinas che ha ben chiaro il quadro generale dello spopolamento delle zone interne grazie all’angolo di osservazione privilegiato che gli offre la sua esperienza politica. Sta infatti per concludere il mandato da sindaco a Villaverde: «Quando ho iniziato a fare politica nel 1994 pensavo ci fosse un modo per tenere in vita queste zone, oggi sono meno ottimista nonostante assieme a tante altre persone rivolgiamo il nostro impegno a questa missione. Però i nostri paesi sono pieni di persone anziane, trovo assurdo che ci sia chi propone di ripopolarli concedendo sgravi fiscali ai pensionati. Qui c’è bisogno di gioventù». Ecco perché dev’essere la scuola il punto di partenza.

Il lavoro di dirigenti e insegnanti deve obbligatoriamente uscire dallo steccato ormai stretto delle sole lezioni. C’è da organizzare, anno dopo anno, il futuro per evitare che sull’istruzione passino i titoli di coda e che i giovanissimi siano costretti a fare vita da pendolari sin da bambini. Il progetto territoriale dell’istituto comprensivo di Ales, sotto la guida della dirigente Annalisa Frau, si divide in due poli scolastici di riferimento: uno è quello di Ales, l’altro quello di Usellus che segue il modello di Iscola ed è l’unico per le primarie e le medie. Non c’è altra soluzione per avere dimensioni accettabili. Eppure anche piccolo può essere bello. «Cerchiamo di valorizzare al massimo i vantaggi che derivano da una didattica quasi frontale – prosegue Roberto Scema –. Naturalmente mancano maggiori possibilità di confronto rispetto a una classe più numerosa. Cerchiamo di farli uscire il più possibile dalla scuola coi viaggi d’istruzione, il teatro, le iniziative nei paesi. Cerchiamo di limitare la marginalità geografica con una maggiore mobilità». E con numerose attività. Una volta alla settimana sale in cattedra Antonello Garau, che alla prima e alla terza media insegna il sardo attraverso lezioni di grammatica, antologia, storia e geografia. E poi ci sono tanti bravi professori – pendolari a loro volta –, alcuni anche “famosi” al di fuori delle mura scolastiche come la docente di arte Marta Moi con le sue produzioni, quello di musica Massimiliano Coni che è anche direttore d’orchestra molto apprezzato, quello di educazione fisica Simone Porta, che gli amanti del basket conoscono per il suo ruolo di preparatore atletico della Dinamo Academy di Cagliari, formazione che milita in Legadue.

Fare squadra diventa fondamentale e gli obiettivi li pongono i progetti scolastici che regalano momenti di crescita, come quando i ragazzi delle medie si sono ritrovati ad abbozzare un film di cui è stata girata anche la sceneggiatura. Manco a dirlo parlava del rapporto tra l’Europa e le zone interne. (e.c.)

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