La Nuova Sardegna

Cia: aziende sarde in crisi senza assistenza Aras-Apa

di Antonello Palmas
Cia: aziende sarde in crisi senza assistenza Aras-Apa

Orecchioni, presidente Nord Sardegna: «A forte rischio il patrimonio genetico» Accuse contro «il disegno accentratore di Aia». Chessa: no a scelte calate dall’alto

16 maggio 2018
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SASSARI. Alla vigilia della manifestazione di Confederdia programmata per domani sotto gli uffici della Regione con l’intento di spingere a una soluzione della vertenza Aras e Apa che rispetti la professionalità dei dipendenti e tenga conto del loro ruolo decisivo nello sviluppo della zootecnia isolana, scende in campo anche la Cia Nord Sardegna. Il presidente Michele Orecchioni sollecita soluzioni rapide per le due associazioni degli allevatori, quella regionale che si occupa di assistenza tecnica ed è stata di recente messa in liquidazione; e quelle provinciali che come attività principale hanno il controllo degli albi genealogici.

«I licenziamenti effettuati (13 nelle Apa, ndc) e quelli annunciati in seguito al commissariamento delle due associazioni e alla messa in liquidazione dell’Aras – dice il responsabile per il Sassarese della Confederazione italiana agricoltori – sta di fatto paralizzando l’attività del comparto zootecnico isolano, che già soffre la limitazione dei servizi di assistenza tecnica finora garantiti dai lavoratori delle associazioni. La politica e le istituzioni trovino una soluzione immediata alla vertenza». Orecchioni lancia l’allarme sulle difficoltà che sono costrette ad affrontare le aziende zootecniche sarde e sollecita un rapido intervento della Regione Sardegna per evitare l’accentramento a livello nazionale dell’assistenza in zootecnia e per garantire un futuro ai lavoratori di Aras e Apa: «Se non si agisce rapidamente si rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende agricole e di distruggere il patrimonio genetico e di selezione che nell’isola ha raggiunto importanti e significativi risultati», continua Orecchioni.

La Cia punta il dito contro l’Aia, l’Associazione italiana allevatori «Le sue scelte scellerate non possono condizionare l’avvio di quella che ormai da più parti è considerata la via maestra: un organismo di certificazione, controllo e tenuta dei libri genealogici che, stante il fatto che la Sardegna detiene più del 50% del patrimonio zootecnico ovicaprino nazionale, deve trovare nell’isola la sua nascita e crescita», propone il presidente.

Il progetto è chiaramente quello di impadronirsi e gestireda Roma questo settore: «Va scongiurato il disegno dell’Aia di accentrare a livello nazionale l’assistenza tecnica in zootecnia e la gestione degli albi genealogici, considerato che la Regione destina alle due strutture circa 18 milioni di euro l’anno», dice Orecchioni. Per Cia Nord Sardegna «è necessario correre ai ripari dopo il commissariamento delle associazioni e la messa in liquidazione di Aras, decisi da pochi, in assenza totale di confronto. Adesso occorre accelerare il processo di riorganizzazione per portare una parte dei lavoratori Aras nell’Agenzia Laore e l’altra parte in un soggetto di nuova costituzione, controllato dalla Regione», propone ancora Orecchioni.

«La Cia – dice il direttore provinciale Fabio Chessa – nel dire no alle scelte calate dall’alto e in dispregio degli attori principali, si auspica che le azioni future vengano fatte nell’interesse di chi davvero in tanti anni ha contribuito a creare le eccellenze della zootecnia sarda, ovvero le aziende zootecniche e i lavoratori». Domani lo sciopero cui aderiranno quasi tutti i lavoratori: l’obiettivo non sembra tanto quello di contestare la Regione, quanto spingerla alla soluzione di regionalizzare il sistema con una delle forme ipotizzate: assorbimento in Laore, nuova agenzia o società in house.

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