La Nuova Sardegna

Cocaina e hascisc, smantellata la cupola sarda del traffico con l'estero: 52 indagati, molti insospettabili

Nadia Cossu
Il palazzo di giustizia di Cagliari
Il palazzo di giustizia di Cagliari

La procura distrettuale antimafia di Cagliari ha chiuso l'indagine su un'organizzazione che contava su uomini e donne  da Sassari ad Ales, da Olbia a Serramanna e che nelle campagne di Ozieri disponeva di casolari dove nascondere la merce quando le forze dell'ordine si avvicinavano troppo alle loro attività

17 maggio 2018
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SASSARI. Una cupola sarda che gestiva l'acquisto e lo spaccio di droga - si parla di chili di cocaina e hascisc - che arrivava non solo dall'Italia ma anche dalla Spagna, dalla Gran Bretagna, dal Sud America e smistata poi nel mercato sardo. Un'organizzazione solida e capeggiata da nomi conosciuti agli inquirenti, qualcuno (Alessandro Farina) già condannato in abbreviato a sei anni nell'ambito della maxi inchiesta sul traffico di droga che vedeva come imputato di eccellenza Graziano Mesina (condannato a trent'anni al termine del processo di primo grado).

L'associazione "scoperchiata" dalla magistratura e per la quale sono stati notificati gli avvisi di chiusura delle indagini, poteva contare sulla collaborazione di una squadra di spacciatori sparsi in tutta l'isola: Ozieri, Sassari, Ittiri, Olbia, Posada, Nuoro, San Gavino Monreale, Sestu, Serramanna, Terralba, Ales. Sono in tutto 52 le persone indagate dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari che in un corposo fascicolo ha raccolto centinaia di pagine di intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno consentito di risalire all'identità e ai ruoli dei componenti della cupola. Sotto la lente di ingrandimento della Procura ci sono lavoratori, studenti universitari, ragazzi e ragazze di famiglie perbene.

C'erano ruoli definiti e i soldi ricavati venivano gestiti dagli organizzatori che compravano altra droga. L'organizzazione aveva una logistica efficiente: nei periodi "caldi" dal punto di vista investigativo restava nascosta a lungo nei casolari di campagna (soprattutto nella zona di Ozieri) per evitare che le forze dell'ordine la potessero trovare e sequestrare.

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