La Nuova Sardegna

CAGLIARI. Il Distretto aerospaziale della Sardegna e il ministero della Difesa hanno firmato un protocollo d'intesa per "attività in campo spaziale e aerospaziale di tipo civile". Significa, anche, che si è aperta la strada per utilizzare le basi militari di Decimomannu e di Perdasdefogu nei test per gli aerei drone, uno degli ultimi progetti avviati dal Dass, ma anche per avere uno spazioporto per i voli suborbitali. In Sardegna, in altre parole, ci sono ormai robuste condizioni perché prosperi una "space economy" di richiamo nazionale e internazionale.

Le premesse per questo tipo di rapporto non occasionale sono state gettate il 18 dicembre 2017 con l'accordo della Regione Sardegna con il ministero della Difesa che aveva lo scopo di "coordinare le attività militari presenti nell'isola" con un importante capitolo dedicato allo studio, alla ricerca e alla sperimentazione tecnologico-industriale di attività o attrezzature di interesse non solo militare ma anche, anzi, soprattutto, civile. Per capire: la sperimentazione dei velivoli drone, cioè aerei che viaggiano senza una guida umana a bordo, è considerata una interessante frontiera da esplorare per il trasporto delle merci.

L'accordo Dass-Difesa si porta appresso una serie di conseguenze: corsi universitari, tirocinii, workshop, formazione, aggiornamento, ricerca tecnologica, dibatti, seminari potranno essere facilmente organizzati attraverso il supporto reciproco di persone, mezzi, risorse economiche.

Il presidente del Distretto aerospaziale, Giacomo Cao: "Ci sono diverse attività di tipo civile che adesso potranno essere opportunamente sviluppate con la possibilità di utilizzare le infrastrutture militari esistenti nell'isola, e nella giusta considerazione vanno tenute anche le ricadute occupazionali".