La Nuova Sardegna

Ex Alcoa, via libera ai lavoratori azionisti

Ex Alcoa, via libera ai lavoratori azionisti

Accordo tra Sider Alloys e sindacati al Mise. Prudente la Cgil, soddisfatto il ministro Calenda

18 maggio 2018
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ROMA. Lavoratori azionisti: è la prima volta per l’industria italiana e si comincia a Portovesme, nel Sulcis martoriato dalla crisi della fabbriche e dalla disoccupazione. Il nuovo corso è targato Sider Alloys, l’ex Alcoa che riaccende i motori sotto le insegne del gruppo svizzero che ha rilevato gli impianti per la produzione dell’alluminio. L’accordo è stato raggiunto: dopo la presentazione del piano industriale con il calendario degli investimenti, ieri al Ministero dello Sviluppo economico azienda e sindacati hanno trovato l’intesa anche sulla partecipazione dei lavoratori al capitale e alla governance della società: oggi durante l'assemblea Sider Alloys dovrà deliberare sia l'aumento di capitale - riservandone appunto una quota del 5% ai lavoratori - sia una modifica alle regole di governance. L'azienda adotterà infatti un sistema di amministrazione di tipo duale che non prevede l'esistenza di un solo organo collegiale (il consiglio di amministrazione eletto dall'assemblea) ma affianca al board di gestione un consiglio di sorveglianza in cui saranno rappresentati anche i lavoratori. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, si è subito detto «particolarmente felice» che questa sperimentazione cominci dagli operai ex Alcoa «che hanno combattuto per lungo tempo per fare in modo che l'impianto rimanesse in condizione di poter essere riavviato». Molto soddisfatti anche i rappresentanti della Fim Cisl e della Uilm. La partecipazione dei lavoratori agli utili dell'impresa, secondo Guglielmo Gambardella, coordinatore nazionale per la siderurgia della Uilm, «è un'occasione da non perdere, anche per dare seguito all'impegno preso nel contratto nazionale dei metalmeccanici». Anche Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl, pensa che la partecipazione dei lavoratori possa essere «un anticorpo per evitare quello che è accaduto nel 2009, quando Alcoa - proprio perché non aveva i lavoratori dentro il board - ci ha comunicato la chiusura dello smelter con una mail». Frena ancora, invece, la Fiom Cgil: il responsabile siderurgia Mirco Rota chiede che il rappresentante dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza sia eletto da tutti i dipendenti e non solo da quelli che faranno parte dell'associazione di lavoratori prevista dalla proposta del ministero. «Il ministro ha preso atto della nostra osservazione e ne capisce anche le motivazioni. I tecnici ne valuteranno la fattibilità».

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