La Nuova Sardegna

Pd e Pds, comincia la sfida a distanza

Pd e Pds, comincia la sfida a distanza

Oggi i Dem in assemblea. Venerdì gli indipendentisti discuteranno di alleanze

21 maggio 2018
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. È la settimana in cui Pd e Pds si guarderanno da lontano, per capire come muoversi nella sempre più breve corsa, mancano nove mesi, che li separa dalle Regionali dell’anno prossimo, dove chissà se saranno ancora alleati o avversari.

Comincerà il Pd, questo pomeriggio ad Abbasanta, con la seconda parte dell’assemblea regionale, convocata per decidere come andare avanti dopo la legnata elettorale del 4 marzo. Così come sono riusciti a imporlo nell’assemblea nazionale dell’altro giorno, a Roma, i renziani– sostenuti in Sardegna anche dagli ex Diesse, insieme hanno la maggioranza dei delegati – cercheranno di rinviare il più possibile la conta sulla scelta del prossimo segretario. A questo punto è probabile che anche ad Abbasanta, com’è accaduto a Roma, passi la linea del traghettatore prima di un nuovo congresso da celebrare entro l’anno. Ma se sulla terra ferma a tenere le chiavi della segreteria sarà ancora l’attuale reggente Maurizio Martina, è possibile invece che l’uscente e quasi dimissionario Giuseppe Luigi Cucca passi la mano sin da subito. A chi è ancora un mistero, anche se in molti accennano a un segretario di garanzia, da eleggere in assemblea, che dovrebbe rimanere in carica fino a ottobre. Se dovesse saltar fuori questa soluzione, a uscire sconfitta sarebbe la corrente di Renato Soru, che invece da mesi spinge perché Cucca si faccia da parte senza dettare il percorso del cambio di guardia. Tra l’altro, va ricordato, che sul tavolo c’è anche l’autocandidatura per la segreteria ed è quella di Dolores Lai. È un’indipendente – dopo essere uscita dalla corrente dei popolari-riformisti, ora ha il sostegno esterno dei soriani – e oggi potrebbe giocarsi tutte le sue carte, ma molto dipenderà da come si muoverà il gruppo trasversale dei quarantenni del Pd. Comunque per far votare a larga maggioranza la linea del segretario traghettatore, i renziani potrebbero anche far passare – seppure a malincuore – il referendum interno proposto dai popolari-riformisti dell’area Cabras-Fadda, e in particolare dall’ex senatore Silvio Lai. È quello che prevede il distacco del Pd sardo da quello nazionale, in un rapporto confederale, destinato ad aumentare l’autonomia del primo da Roma. Non che per essere indetto, il referendum abbia bisogno di qualche via libera speciale – è stato già sottoscritto da oltre cinquanta delegati – ma se fosse sostenuto da una larghissima maggioranza partirebbe di sicuro meglio. Quindi, a questo punto, è possibile che i renziani e la corrente dei popolari-riformisti si ritrovino sull’ipotesi del traghettatore fino a ottobre e del referendum .

Dopo quattro giorni, venerdì, sarà la volta della segreteria del Partito dei sardi, con un ordine del giorno di stretta attualità, dovrebbe spaziare dalla vertenza Ottana alla sanità, ma in cui non mancheranno gli accenni a quanto si sta muovendo nel centrosinistra. Si sa che il segretario Paolo Maninchedda ha in mente una grande coalizione per le Regionali e anche al di là dei confini di cinque anni fa. Giorni fa Campo progressista, con l’ex senatore Luciano Uras, ha dato la sua disponibilità di massima per un confronto preliminare sulla prossima campagna elettorale. Anche Mdp ed altri pezzi della sinistra si sono detti interessati a fa parte del confronto. Anche su questo il Pd prima o poi dovrà esprimersi, sapendo già che la corrente dell’europarlamentare Renato Soru non ha nessuna intenzione di dare un ruolo centrale nel centrosinistra al leader del Pds, Maninchedda. Mentre gran parte dei popolari-riformisti sarebbero abbastanza possibilisti. I renziani invece non si sono ancora espressi sulle future alleanze, ma prima o poi dovranno farlo per forza. (ua)



In Primo Piano
Il dossier

Intimidazioni agli amministratori: nell’isola casi aumentati del 20 per cento

di Andrea Massidda
Le nostre iniziative