La Nuova Sardegna

Miglio: «Vicini a Becciu nella sua nuova missione»

di Mario Girau
Miglio: «Vicini a Becciu nella sua nuova missione»

Per l’arcivescovo di Cagliari «il rapporto con l’isola sarà ancora più intenso» E c’è anche il record della piccola diocesi di Ozieri: due cardinali in soli 17 anni

22 maggio 2018
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SASSARI. Poche diocesi al mondo possono vantarsi di aver dato alla Chiesa due cardinali in soli 17 anni. Quella di Ozieri, tra le più piccole d’Italia – 30 parrocchie per meno di 50 mila abitanti, quindi negli ultimi decenni costantemente a rischio d’essere soppressa – c’è riuscita con Mario Francesco Pompedda (2001-2006) e, da domenica scorsa, con Giovanni Angelo Becciu. Ieri i vescovi sardi hanno festeggiato il prossimo “principe della Chiesa” – riceverà la berretta cardinalizia nel concistoro del 29 giugno nella basilica di san Pietro – durante l’assemblea generale dell’episcopato italiano in corso di svolgimento in Vaticano.

Auguri a volontà per il prossimo porporato isolano che dalla terza loggia vaticana tiene stretto il cordone ombelicale che lo unisce alla sua Pattada e non dimentica di promuovere in tutto il mondo la Sardegna. In Nuova Zelanda Becciu si è presentato come “from Sardinia” alla regina Elisabetta d’Inghilterra, scoprendo e constatando che la Sardinia era ben conosciuta dalla sovrana in visita a una nazione del Commonwealth. Auguri anche per la nomina imminente, tra qualche settimana, a capo di un importante dicastero vaticano. Sarà “uomo di fiducia di Francesco” per accelerare la riforma della Curia secondo i disegni del Papa.

Il più veloce negli auguri, domenica, immediatamente dopo l’annuncio papale dato al “Regina Coeli”, è stato monsignor Corrado Melis, il vescovo di Becciu quando il Sostituto della Segreteria di Stato torna a casa. «La notizia è rimbalzata in un batter d’occhio dalla televisione ai messaggi nei telefonini – racconta il presule ozierese – con la gioia di sentirci famigliari di don Angelino e un pezzo della sua grande storia. Se il Papa ha detto che era lieto di annunciare questa nomina, noi sentiamo il cuore traboccare di gioia perché ancora, per una seconda volta nel giro di 17 anni, dopo il cardinal Pompedda, un nuovo cardinale è scelto da questa diocesi per servire la Chiesa universale in aiuto al Papa per il bene di tutto il Santo Popolo fedele di Dio».

«La scelta di Papa Francesco, per la diocesi di Ozieri e per la città di Pattada, che gli ha dato i natali, è sicuramente un segno di inatteso onore e di giusto orgoglio», aggiunge monsignor Corrado Melis, che mette l’accento nel suo messaggio sul carattere semplice, alla mano, del futuro cardinale. «Tutti quelli che lo avvicinano lo stimano per la sua dedizione, affabilità, grande attenzione alle persone, ma soprattutto per la vita sacerdotale espressa nella volontà di servire il Vangelo con amore, e aiutando la Chiesa a diventare sempre più in Cristo e con Cristo, la vite feconda del Signore. Don Angelino lo fa con il sorriso, unito alla chiarezza e alla forza della convinzione». A Pattada e Ozieri sono in programma due grandi feste: la prima quando monsignor Becciu tornerà privatamente – come fa spesso – per un fine settimana con i fratelli, la seconda quando nella parrocchiale di Santa Sabina celebrerà la sua prima messa da cardinale di Santa Romana Chiesa. La notizia della nomina di Becciu «era attesa e desiderata» dall’episcopato sardo. I vescovi sanno che l’incarico di sostituto della segreteria di Stato è un portone spalancato verso il cardinalato. «È un dono prezioso per la nostra regione, il secondo cardinale sardo che Papa Francesco nomina, dopo sua eminenza il cardinale Luigi De Magistris nel febbraio del 2015», ha commentato il presidente della Conferenza episcopale regionale, Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, a nome di tutti i presuli dell’isola, compresi gli emeriti.

«Il rapporto fraterno che il cardinale Becciu ha sempre voluto coltivare con i vescovi della Sardegna diventa in questo momento – ha aggiunto Miglio – ancora più intenso e lo rende ancora più vicino alla sua terra e alla sua gente, di cui ha sempre seguito i problemi e le vicende, quelle più liete e quelle più dolorose».

Il presidente della CES ricorda che durante la cerimonia a palazzo vice regio, a Cagliari, lo scorso 28 aprile, in occasione di Sa Die de Sa Sardigna, «monsignor Becciu ha confessato di essersi spesso interrogato in questi anni di lontananza dalla sua terra per il servizio alla Santa Sede: che cosa ho fatto e che cosa posso fare per la mia terra? E nel proseguire il suo intervento non ha mancato di renderci partecipi di episodi e occasioni in cui ha potuto dare una mano a qualcuno dei suoi conterranei».

La porpora cardinalizia è segno di sempre maggior servizio e fedeltà al Papa e alla Chiesa. Con papa Francesco queste parole non sono solo espressioni di circostanza. «Per questo ci sentiamo ancora più impegnati a sostenere con la preghiera il servizio e la responsabilità del neo cardinale e attraverso la sua persona vogliamo intensificare la nostra vicinanza nella preghiera e nella fedeltà al magistero del Santo Padre Francesco. Glielo abbiamo promesso – ha detto monsignor Arrigo Miglio – nell’udienza del 17 febbraio scorso e vogliamo ricordarcene specialmente quando ci rechiamo nel santuario della Madonna di Bonaria, da lui visitato cinque anni fa». Lo scorso mese di ottobre , monsignor Angelo Becciu , nelle sue visite informali alle parrocchie sarde, è stato a Tortolì, invitato dal vescovo Antonello Mura a presiedere il convegno pastorale diocesano. Interpellato da alcuni rappresentati delle comunità, il futuro porporato ha sottolineato e ribadito più volte la necessità di essere cristiani autentici, impegnati nella società, prendendo coscienza del battesimo, assumendo le proprie responsabilità, per diventare autori e attori nella Chiesa.



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