La Nuova Sardegna

Maninchedda su Moirano: altro che fuoriclasse

Maninchedda su Moirano: altro che fuoriclasse

Il Pds : l’Ats è un impero che non funziona. Uras, Cp: i sardi esclusi dai fondi nazionali per le esenzioni

23 maggio 2018
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CAGLIARI. Il Partito dei sardi non molla la presa sulla sanità. A lanciare l’ennesimo attacco è il segretario Paolo Maninchedda, che nell’editoriale del blog «Sardegna e libertà», titola e scrive: «Fatto l’imperatore, è nato un impero che non funziona». Non serve grande fantasia per intuire quali siano i bersagli del Pds: Fulvio Moirano, il super manager dell’Asl unica, mentre l’impero che non funziona è di sicuro l’Ats. Per poi aggiungere poco dopo: «I servizi stanno peggiorando. Si sente, si vede e questo danneggia la fiducia dei sardi nelle proprie capacità di autogoverno. L’inefficienza distrugge la coscienza nazionale dei sardi, li porta a teorizzare e praticare il rifugio in improbabili salvatori esterni anche quando, come nella sanità, il fallimento non è della capacità dei sardi, ma di un modello di governo sbagliato e affidato per di più a un fuoriclasse che poi si è accomodato su una lobby di potere». Scritto questo giudizio, per Maninchedda c’è soprattutto un problema politico: «La rete ospedaliera votata dal Consiglio regionale è vigente ma non attuata. Perché? Inspiegabile, ma terribile. A che serve un Consiglio regionale se i suoi atti sono platealmente disattesi?». Da chi? «Da una serie infinita – conclude il Pds – di decisioni contrarie (prese proprio dal manager dell’Ats) a quanto votato dal Parlamento dei sardi». Perché – secondo Maninchedda – sono stati dati pieni poteri a un «imperatore, ma l’impero è allo sfascio».

Sempre sulla sanità c’è un’altra denuncia. A fare la voce grossa è, in questo, caso, l’ex senatore di Campo progressista Luciano Uras. In un comunicato scrive che «la Sardegna è stata tagliata fuori dai finanziamenti nazionali (60 milioni di euro) diretti ad estendere le esenzioni previste anche a favore alle cosiddette categorie vulnerabili. Cioè quelle che lo sono per il basso reddito, oppure a causa di particolari patologie o perché ancora minorenni». Quella che Uras chiama una grande beffa – doppia per lui visto che, a suo tempo, in Parlamento era stato lui a ottenere l’esenzione – è contenuta in un decreto del ministero della salute. «È una discriminazione inaccettabile per i sardi – scrive – che ancora una volta sono costretti a subirla per il vecchio accordo con lo Stato sule entrate. Accordo che ha scaricato sulla Regione l’intero costo della sanità». Ma, nel caso concreto, «il ministero ha commesso un grave errore» e spiega perché: «Il beneficio previsto da quell’emendamento alla Legge di stabilità nazionale è diretto alle persone e non alle Regioni». Quindi, è la conclusione di Uras, «il differente trattamento tra cittadini non ha motivazioni valide e certo non lo può essere l luogo di residenza». È solo un’ingiustizia da cancellare subito.

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